Giorno della Memoria: a Brescia tre nuove pietre d’inciampo

Bresciaoggi, 25 gennaio 2025. Edizione digitale.

Ricordano tre concittadini bresciani internati militari (IMI) che, arrestati dopo l’8 settembre 1943, morirono in Germania, assassinati nei campi di concentramento nazisti: Pierino Franco Silli, Angelo Attilio Arici e Lino Baldassari. Brescia si incammina verso il 27 gennaio, Giorno della Memoria “In ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, con tre nuove pietre di inciampo. Si tratta del ricordo in memoria di Pierino Franco Silli, Angelo Attilio Arici e Lino Baldassari, tre concittadini bresciani internati militari che, arrestati dopo l’8 settembre 1943, morirono in Germania, assassinati nei campi di concentramento nazisti. Anche quest’anno la posa delle pietre d’inciampo, nella giornata di sabato 25 gennaio, ha visto protagonisti gli studenti della Scuola Secondaria di primo e secondo grado (IIS Benedetto Castelli, Liceo Veronica Gambara, IIS Astolfo Lunardi) che, assistiti dai loro insegnanti, hanno ricostruito le biografie delle persone ricordate. In via dei Mille 11 è stata posata la pietra d’inciampo in memoria di Pierino Franco Silli, in contrada del Mangano 4 quella in memoria di Angelo Attilio Arici e in piazzetta San Giorgio 2  la pietra che ricorda Lino Baldassari

Gli interventi degli assessori Manzoni e Fenaroli

«Diamo memoria a tutte le vittime deportate che non hanno più fatto ritorno a Brescia – ha dichiarato il vice sindaco Federico Manzoni – vittime civili, miliari, cittadini. Questo percorso, condiviso dall’amministrazione, è segno tangibile della memoria che fa parte della stoia della nostra città, ed è uno degli elementi che stanno alla base della costruzione dell’Europa, che affonda le sue radici nella tragica vicenda delle due guerre mondiali, in particolar modo della seconda, il fatto che ci siano pietre dal profondo sud fino ai confini settentrionali dell’Europa è un fatto che ci dice che questo progetto storico è la migliore forma di reazione e risposta che popoli europei hanno potuto e voluto metter in campo perché ciò che è avvenuto non si ripeta più». «Mi preme ricordare che le pietre d’inciampo sono ora ventuno, grazie anche all’impegno profuso da Alberto Franchi – è intervenuto l’assessore Marco Fenaroli – credo che inciampare nell’esperienza di queste persone ricordano la scelta difficilissima fatta da queste persone, di non tornare in Italia per non giurare fedeltà a Hitler e Mussolini, una fermezza che deriva dall’esperienza tremenda della guerra combattuta dall’esercito italiano: impreparato e mandato a combattere al fronte con equipaggiamenti scadenti».

Le pietre di inciampo

Le pietre d’inciampo, ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig, fanno parte di un progetto per una memoria europea delle vittime della dittatura nazifascista. Da noi ricordano le vittime della deportazione nei lager come ebrei, oppositori politici e internati militari. La prima pietra fu posata a Colonia nel 1992, in Germania dove se ne trova la maggior parte; sono decine di migliaia, soprattutto nei Paesi dell’occupazione tedesca. Le prime in Italia furono poste a Roma poi sparse in altre città, oltre duemila. A Brescia e a Collebeato si cominciò nel 2012 ad opera della Cooperativa cattolico democratica di cultura, con un progetto a cui hanno aderito la Casa della Memoria, Anpi, Fiamme Verdi, Aned, Anei. Oltre che in città si trovano ad Adro, Calvagese, Cevo, Collebeato, Desenzano, Gardone Riviera, Gavardo, Ghedi, Palazzolo sull’Oglio, Salò, Sarezzo e Tignale.