Giulio Angeli

Tematiche: Biografie

Brescia, via XX Settembre 22

QUI ABITAVA

GIULIO ANGELI

NATO 1891

ARRESTATO COME POLITICO

DEPORTATO

DACHAU

ASSASSINATO 08.02.1945

Giulio Angeli nacque il 16 settembre del 1891 a Muccia (MC), nelle Marche, da Giuseppe Angeli e Marianna Carducci. Durante la Grande Guerra, si arruolò come ufficiale volontario nel Corpo dei Bersaglieri, divenendo tenente del 12° reggimento. Dalle Notificazioni del Ministero della Guerra, presenti nel Bollettino Ufficiale[1] del 1926, risulta che Giulio Angeli venne sottoposto a processo il 17 agosto del 1917 dal Tribunale Speciale di guerra del primo corpo d’armata. L’accusa, non specificata, dava luogo a un procedimento penale che predisponeva le dimissioni dell’Angeli da ufficiale. Nel 1926 l’accusa decadde per inesistenza di reato. Giulio Angeli dal 1920 al 1926 espatriò in Francia, si potrebbe ipotizzare che la cancellazione del reato lo indusse a ritornare in Italia.

A Marsiglia si iscrisse al PNF, ma fonti consolari denunciavano contatti con il Partito Socialista Italiano e la Concentrazione Antifascista.

A quell’epoca possiamo supporre che Giulio Angeli fosse già sposato con Ernesta Samueli e che avesse avuto una figlia, Liliana Angeli[2].

Successivamente rientrò in Italia e si stabilì a Genova sino al 1938 per poi trasferirsi a Brescia.

Fu sottoposto a vigilanza a partire dal 1941, offrì sostegno ai primi gruppi di partigiani, organizzando l’assistenza e l’espatrio di ex prigionieri alleati e militari disertori, fino alla sera del 28 novembre 1943, quando venne arrestato.

Dopo essere stato trattenuto per quattro giorni nella Questura di Brescia, rimase in carcere dal 1° dicembre 1943 al 14 luglio 1944. Le SS lo presero poi in carico il giorno 17 dello stesso mese fino al 31 agosto 1944[3]. Qui, per ordine del Tribunale Speciale, fu trasferito nel campo di smistamento di Bolzano, al quale giunse con un trasporto arrivato da Milano.

Da Bolzano il 5 ottobre partì un convoglio che fu separato in due tronconi, l’uno diretto a Dachau con 500 deportati e l’altro a Flossenbürg con circa 110[4],  Giulio Angeli si trovava sul primo.

Giunse al campo il 9 ottobre 1944 e  fu classificato come Schutzhäftling cioè deportato per motivi politici. Qui rimase per quattro mesi, durante i quali ebbe una corrispondenza con il nipote Giampiero Angeli.

Nonostante le informazioni ritrovate parlino di una morte per asfissia[5], fonti certe documentano il non funzionamento delle camere a gas nel campo di concentramento di Dachau[6]. È possibile, dunque, ipotizzare che il decesso sia avvenuto per altre cause: fame, malattia o fucilazione.

Giulio Angeli si spense l’8 febbraio 1945, all’età di 53 anni.

A cura degli studenti del Canossa Campus: Alessandra Ferremi, Maria Perotti, Clarissa Colosini, Marta Giacomini, Sofia Sarzi, Luca di Girolamo, Stefano Turelli, Giulia Tavolini, Cecilia Rizzi, Laura Maria Nicolini, Beatrice Baroni, coordinati dalla professoressa Giulia Fontana.

[1]Bollettino Ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottoufficiali del R. esercito e nel personale dell’amministrazione militare, 1926.

[2]Anagrafe città di Brescia.

[3]Ufficio Matricola Carceri Brescia.

[4]D. Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano, Mimesis, 2004.

[5]Si rimanda al lavoro di ricerca del prof. Cucchini.

[6]L. Pasquini, B. Pasini, Un mio amico non vuole ricordare –Testimonianze di prigionieri bresciani nei lager nazisti, Grafo, 2007.