I volantini della Rosa Bianca

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Primo volantino della Rosa Bianca

Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi “governare”, senza opporre resistenza, da una cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti. Non è forse vero che ogni tedesco onesto prova vergogna per il suo governo? E chi di noi prevede l’onta che verrà su di noi e sui nostri figli, quando un giorno cadrà il velo dai nostri occhi e verranno alla luce i crimini più orrendi, che superano infinitamente ogni misura?

Il popolo tedesco è già così profondamente corrotto e decaduto, nel più profondo della sua essenza, da rinunciare senza una minima reazione, con una fiducia sconsiderata nella pretesa legittimazione della storia, al bene supremo che eleva l’uomo al di sopra di ogni creatura, cioè alla libera volontà, alla libertà di influenzare il corso della storia e di subordinarlo alle proprie decisioni razionali? Se i tedeschi sono già così privi di ogni individualità, se sono diventati una massa vile e ottusa, allora sì che meritano la rovina. Goethe definisce i tedeschi un popolo tragico come gli ebrei e i greci, ma oggi questo popolo sembra che sia piuttosto un gregge di adepti, superficiali, privi di volontà, succhiati fino al midollo, privi della loro essenza umana, e disposti a lasciarsi spingere nel baratro.

Così sembra, ma non lo è. Ogni individuo è stato chiuso in una prigione spirituale mediante una violenza lenta, ingannatrice e sistematica; e soltanto quando si è trovato ridotto in catene, si è accorto della propria sventura.

Soltanto pochi hanno compreso la rovina incombente, ed essi hanno pagato con la morte i loro eroici ammonimenti. Si parlerà ancora del destino toccato a queste persone. Se ognuno aspetta che sia l’altro a dare l’avvio all’opposizione, i messaggeri della Nemesi vendicatrice si avvicineranno sempre di più; e allora anche l’ultima vittima sarà stata gettata senza scopo nelle fauci dell’insaziabile demone. Perciò ogni singolo, consapevole della propria responsabilità come membro della cultura cristiana ed occidentale, deve coscientemente difendersi con ogni sua forza, opporsi in quest’ultima ora al flagello dell’umanità, al fascismo e ad ogni sistema simile di Stato assoluto.

Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina di guerra continui a funzionare, prima che le altre città siano diventate un cumulo di macerie come Colonia, e prima che gli altri giovani tedeschi abbiano dato il loro sangue per ogni dove a causa dell’orgoglio smisurato di un criminale. Non dimenticate che ogni popolo merita il governo che tollera!

Da “La legislazione di Licurgo e Solone” di Friedrich Schiller

La legislazione di Licurgo è un modello di politica e psicologia in relazione al fine che si propone. Egli voleva uno Stato potente, fondato su se stesso e indistruttibile; forza politica e durata erano gli obiettivi a cui egli mirava, e questo fine lo ha raggiunto nel grado che era possibile nelle sue condizioni. Ma quando si raffronti lo scopo che si proponeva Licurgo, agli scopi dell’umanità, una profonda disapprovazione deve subentrare all’ammirazione che ci ha avvinti ad un primo superficiale sguardo. Ogni cosa deve essere sacrificata al bene dello Stato, salvo ciò per cui lo Stato ci serve come mezzo. Lo Stato non è mai in se stesso un fine, ma esso è importante solo come una condizione attraverso la quale può essere raggiunto il fine dell’umanità; e questo fine dell’umanità non è altro che l’espressione di tutte le risorse dell’uomo, il progresso. Se un ordinamento statale  ostacola lo sviluppo di tutte quelle risorse che si trovano nell’uomo, se esso impedisce lo sviluppo dello spirito, esso è deprecabile e dannoso, per quanto possa essere elaborato e perfezionato nella sua forma. La sua stessa durata diventa più un motivo di rimprovero che di successo; esso è solo un prolungamento del danno; infatti più dura nel tempo, più danni comporta.

… Il merito politico e l’attitudine alla politica vennero sviluppati a scapito di tutti i sentimenti morali. A Sparta non esisteva né l’amore coniugale, né l’amore materno, né l’amore filiale, né l’amicizia. Esistevano soltanto dei cittadini e delle virtù civiche.

Una legge di Stato imponeva agli spartani di essere disumani verso i loro schiavi; in queste infelici vittime delle guerre veniva insultata e maltrattata l’umanità. Nello stesso codice giuridico spartano veniva insegnato il principio pericoloso di considerare gli uomini come mezzo e non come fine. In tal modo i fondamenti dei diritti essenziali della legge naturale e della morale venivano legalmente infranti.

… Quanto più bello fu l’esempio dato dal rude guerriero Caio Marcio nel suo accampamento davanti a Roma, allorquando sacrificò la vendetta e la vittoria perché egli non poteva veder scorrere le lacrime della madre!

… Lo Stato (di Licurgo) poteva sopravvivere ad una sola condizione, se lo spirito del popolo si fosse estinto; avrebbe potuto quindi durare solo se esso avesse mancato al più alto e  unico scopo dello Stato.

Da Il risveglio di Epimenide di Goethe, atto II, 4

Genî

Quello che audacemente è uscito fuori dall’abisso,

può per un ferreo destino

soggiogare metà della sfera terrestre,

ma nondimeno nell’abisso deve tornare.

Già minaccia un terribile timore:

egli invano cercherà di resistere!

E tutti coloro che a lui sono legati

dovranno perire con lui.

La speranza

Ora incontro i miei valorosi,

che si radunano nella notte,

per tacere, non per dormire;

e la bella parola “Libertà”

viene bisbigliata e sussurrata,

fino a che con insolita novità

sui gradini dei nostri templi

grideremo ancora con nuovo entusiasmo:

«Libertà! Libertà!».

Vi preghiamo di ciclostilare questo foglio nel maggior numero possibile di copie e di diffonderle.

Secondo volantino della Rosa Bianca

Non si può discutere con il nazionalsocialismo sul piano spirituale, perché esso è privo di valori spirituali. È sbagliato parlare di una visione del mondo nazionalsocialista; se essa esistesse bisognerebbe cercare di dimostrarla e di combatterla con mezzi spirituali; ma la realtà ci offre un quadro completamente diverso: fin dal suo inizio questo movimento ricorreva all’inganno del cittadino, già allora era intimamente corrotto e poteva sopravvivere soltanto con continue menzogne. Lo stesso Hitler scrive in una delle prime edizioni del suo libro (un libro che è stato scritto nel peggiore tedesco che io abbia mai letto, e che tuttavia è stato innalzato al rango di Bibbia dal popolo dei poeti e dei pensatori): «È incredibile fino a che punto si debba ingannare un popolo per poterlo governare». Se questo cancro ulcerato del popolo tedesco non si era ancora reso evidente all’inizio, ciò fu solo in quanto le forze buone erano attive e sufficienti a contenerlo. Ma quando esso divenne sempre più grande, ed arrivò infine al potere attraverso un’ultima generale corruzione, il tumore scoppiò infettando tutto il corpo, la maggioranza dei primi oppositori si nascose, e l’intelligenza tedesca si rifugiò in un sotterraneo per esservi lentamente soffocata, sottratta alla luce e al sole. Adesso siamo alla fine. Adesso è necessario che ci si ritrovi fra noi tutti, illuminandoci da uomo a uomo, sempre pensandoci e non dandoci riposo fino a quando anche l’ultimo di noi non sia convinto dell’estrema necessità della sua partecipazione alla lotta contro questo sistema. Se un’onda di ribellione si estende attraverso il paese, se questo “si sente nell’aria”, se in molti vi contribuiscono, allora si potrà rovesciare questo sistema con un estremo poderoso sforzo. Una fine orrenda è sempre meglio di un orrore senza fine.

Non ci è concesso di dare un giudizio definitivo sul senso della storia. Ma questa catastrofe potrà servire alla nostra salvezza; ciò avverrà soltanto se, purificati attraverso il dolore, desideriamo vedere levarsi la luce dalla più profonda notte. Sorgiamo in piedi e contribuiamo infine a scuotere il giogo che opprime il mondo.

Non intendiamo in questo foglio trattare della questione ebraica, né qui assumerne la difesa. No, ma vogliamo solo ricordare brevemente come esempio un fatto: il fatto cioè che dalla occupazione della Polonia sono stato trucidati in quel paese nel modo più bestiale trecentomila ebrei. In questo noi vediamo il più orrendo delitto contro la dignità dell’uomo, un delitto di cui non se ne può trovare uno analogo in tutta la storia umana. Anche gli ebrei sono creature umane! Qualsiasi posizione si voglia prendere sulla questione ebraica, ciò è stato fatto su degli uomini. Forse qualcuno dirà che gli ebrei hanno meritato un tale destino; una simile affermazione sarebbe una presunzione spaventosa, ma ammesso anche che qualcuno la sostenesse, quale posizione prenderebbe egli di fronte al fatto che tutti i giovani nobili polacchi sono stati sterminati? (Voglia Iddio che questo non sia ancora totalmente avvenuto!).

Domanderete in che modo è potuto accadere tutto questo. Tutti i discendenti maschi di famiglie nobili tra i quindici e i venti anni sono stati deportati in campi di concentramento in Germania ai lavori forzati. E tutte le ragazze della medesima età nei bordelli delle SS in Norvegia! Perché vi raccontiamo tutte queste cose che voi già conoscete, e se non proprio queste, conoscete altri delitti egualmente gravi compiuti da uomini orribilmente degenerati? Perché si tocca qui una questione che ci riguarda tutti profondamente, e che deve dare da riflettere a tutti. Perché il popolo tedesco si mantiene così inerte di fronte a dei crimini tanto orrendi ed indegni di esseri umani? Quasi nessuno vi riflette?

Il fatto viene accettato come tale, e passato agli atti. E il popolo tedesco continua a dormire nel suo sonno ottuso e stupido, e dà così a questi criminali fascisti il coraggio e l’occasione di continuare nella loro ferocia; ed essi continuano.

È questo forse il segno che il popolo tedesco si schernisce dei suoi più intimi sentimenti umani, che nessuna corda vibra in esso, stridendo alla vista di tali azioni, che è ormai sprofondato in un sonno mortale da cui nessun risveglio sarà mai possibile?

Così sembra, e così certamente sarà se i tedeschi non si sveglieranno da questa apatia, se non protesteranno dovunque essi possano contro questa cricca di criminali, se non parteciperanno al dolore di queste centinaia di migliaia di vittime. E non solo essi devono provare compassione per questo dolore, ma molto di più: devono sentirsi corresponsabili. Infatti è soltanto a causa del loro comportamento apatico che gli uomini malvagi hanno la possibilità di agire così; essi sopportano questo “governo” che si è macchiato di una colpa infinitamente grande; non solo, essi sono anche colpevoli del fatto che un tale governo si è potuto installare! Ognuno vuol liberarsi da questa complicità, ciascuno cerca di farlo ma poi ricade nel sonno con la più grande tranquillità di coscienza. Ma egli non può scagionarsi: ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole!

Non è ancora troppo tardi per eliminare questo governo, che è il più abominevole e mostruoso di tutti quelli che abbiamo avuto, per non addossarci ancora più colpa. Ora che in questi ultimi anni ci sono stati aperti gli occhi, ora che noi conosciamo con chi abbiamo a che fare, ora è l’ultimo istante per sterminare quest’orda bruna.

Fino all’inizio della guerra la maggior parte del popolo tedesco era accecata; i nazionalsocialisti non si mostravano nella loro vera natura; ma ora che li conosciamo, l’unico ed il più alto dovere, il più santo per ogni tedesco, deve essere quello di sterminare queste belve.

«Felice quel popolo il cui governo non si fa sentire. Il popolo il cui governo è opprimente viene soffocato. Ahimè, è sulla miseria che si costruisce la fortuna. Ahimè, la fortuna vela solo la miseria. Come andrà a finire? La fine non è ancora visibile. L’ordine si trasforma in disordine. Il bene si trasforma in male.  Il popolo cade nello smarrimento. Non è così forse ogni giorno, da tempo?

Per questo l’uomo elevato è rettangolare, ma non urta; è spigoloso, ma non ferisce; è diritto, ma non brusco; è limpido, ma non vuole risplendere». (Lao Tse).

«Chi cerca di dominare lo Stato e di formarlo secondo il suo volere, non vedo come raggiungerà il suo scopo: questo è tutto.

Lo Stato è un organismo vivente: in verità non può essere costruito come si vuole! Chi non tiene conto di ciò lo rovina. Chi vuole impadronirsene lo perde. Perciò alcuni esseri precedono ed altri li seguono. Alcuni hanno il respiro caldo, altri freddo. Alcuni sono forti, altri deboli. Alcuni raggiungono la ricchezza, altri naufragano.

L’uomo nobile evita l’eccesso, evita la superbia, evita la sopraffazione». (Lao Tse)

Preghiamo di fare il maggior numero possibile di copie di questo scritto e di diffonderle.

Terzo volantino della Rosa Bianca

“Salus publica suprema lex”

Tutti i regimi politici ideali sono utopie. Uno Stato infatti non può essere costruito in modo puramente teorico. Esso deve crescere e maturare come fa l’individuo. Ma non si deve dimenticare che in ogni civiltà fin dalle sue origini vi è già l’embrione di uno Stato. La famiglia è antica quanto l’umanità: da questa comunità iniziale l’uomo come essere razionale si è creato uno Stato, il cui fondamento deve essere la giustizia, e la cui legge suprema deve essere il bene di tutti. Lo Stato deve manifestarsi in analogia con l’ordine divino; la più sublime di tutte le utopie, la civitas Dei, è il modello cui ogni governo deve in definitiva ispirarsi. Non vogliamo qui esprimere giudizi sulle possibili varie forme di governo: la democrazia, la monarchia costituzionale, la monarchia assoluta. Vogliamo soltanto rilevare in modo chiaro e senza equivoci una sola cosa: ogni uomo preso singolarmente ha il diritto di pretendere un governo efficiente e giusto che assicuri sia la libertà individuale, sia il bene della collettività. Secondo la volontà di Dio, l’uomo deve cercare di raggiungere il suo fine naturale e la sua felicità terrena vivendo e agendo in piena libertà ed indipendenza nell’ambito della collettività statale.

Invece il cosiddetto “Stato” in cui viviamo oggi è la dittatura del Maligno. Mi pare di sentire l’obiezione: «tutto questo lo sappiamo già da tempo e non è necessario che ce lo rammentiate continuamente».

Ma vi domando: se lo sapete, perché non reagite, perché tollerate che questi tiranni vi spoglino progressivamente, in modo aperto o velato, di un diritto dopo l’altro, fino a quando un giorno non rimarrà più nulla, null’altro che una macchina statale comandata da criminali e ubriaconi?

È già così vinto dalla violenza il vostro spirito da farvi dimenticare che non è soltanto vostro diritto, ma anche vostro dovere morale rovesciare questo sistema? Ma se un uomo non ha più la forza di reclamare i propri diritti, allora sì che egli deve inevitabilmente perire. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi.

Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate ad opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra colpa. Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini, non sanno con esattezza in che modo potrebbero fare resistenza. Non ne vedono alcuna possibilità.

Cercheremo di dimostrare loro che ciascuno può contribuire alla caduta di questo regime. Non sarà certo possibile preparare il terreno per il rovesciamento di questo “governo”, mediante una resistenza individuale, da solitari amareggiati, e tantomeno si potrà in tal modo affrettarne la caduta.

Vi si può riuscire solo con la collaborazione di molti uomini convinti ed attivi; uomini concordi circa i mezzi con i quali potranno raggiungere il loro scopo. Non abbiamo grandi possibilità di scelta. Disponiamo di un mezzo solo: la resistenza passiva.

Il senso e il fine della resistenza passiva consistono nel far cadere il regime nazionalsocialista. In questa lotta non dobbiamo esitare davanti a nessuna strada, a nessuna azione; in qualunque campo si trovino. Bisogna aggredire il nazionalsocialismo in tutti i punti in cui è attaccabile. Bisogna finirla presto con questo Stato mostruoso. La vittoria della Germania fascista in questa guerra avrebbe conseguenze incalcolabili e tremende. Quindi non la vittoria militare sul bolscevismo, ma la sconfitta dei nazionalsocialisti deve essere la preoccupazione principale di ogni tedesco.

Questo deve essere assolutamente lo scopo principale. In uno dei prossimi volantini dimostreremo l’estrema necessità di quest’ultima esigenza.

A questo punto ogni deciso avversario del nazionalsocialismo deve porsi questa domanda: come si può lottare nel modo più efficace contro lo “Stato” attuale? Come portargli i colpi più duri? Con la resistenza passiva, senza dubbio.

E ovvio che non possiamo dare ad ognuno di voi delle direttive da seguire, ma solo accennarvele in linea di massima.

Ciascuno deve trovare da solo la via per attuarle.

Sabotaggio quindi nell’industria bellica e nelle fabbriche importanti per la guerra; sabotaggio di ogni adunata, manifestazione, festività, organizzazioni nate ad opera del partito nazionalsocialista.

Occorre impedire il regolare funzionamento della macchina bellica. Questa lavora per la guerra, la quale si combatte esclusivamente per la salvezza e la conservazione del partito nazionalsocialista e della sua dittatura.

Sabotaggio in tutti quei settori scientifici e culturali che svolgono attività per la continuazione della presente guerra: sia nelle università che nelle scuole superiori, nei laboratori, negli istituti di ricerca, negli uffici tecnici.

Sabotaggio in tutte le manifestazioni culturali che possono aumentare il prestigio dei fascisti di fronte al popolo. Sabotaggio in tutti i rami delle arti figurative che abbiano anche il minimo rapporto con il nazionalsocialismo e che ad esso servono.

Sabotaggio in tutte le pubblicazioni, di tutti i giornali che sono al soldo del “governo”, che lottano per le sue idee e per la diffusione della menzogna bruna. Non date un centesimo nelle collette stradali, anche quando esse vengano fatte sotto il mantello di un’opera di beneficenza; questa è soltanto una mimetizzazione: in realtà il ricavato non va né alla Croce Rossa né ai bisognosi.

Il governo non ha infatti bisogno di denaro, non dipende finanziariamente da queste raccolte; le stampatrici lavorano già ininterrottamente per fabbricare ogni desiderata quantità di carta moneta, ma il popolo deve essere mantenuto in una tensione continua in modo che la pressione della cavezza non si allenti mai.

Non date nulla per le raccolte di metalli, tessuti od altro. Cercate di convincere tutti i conoscenti, anche quelli delle classi meno elevate, della inutilità di continuare la guerra, della sua mancanza di ogni prospettiva, della schiavitù spirituale e materiale determinata dal nazionalsocialismo, della distruzione di tutti i valori morali e religiosi, e di persuaderli alla resistenza passiva.

Dalla Politica di Aristotele

«… Inoltre appartiene ad essa (ed è caratteristico della tirannia) il far sì che nulla rimanga nascosto di ciò che qualunque cittadino dica o faccia, ma che delle spie lo seguano ovunque… e inoltre il seminare discordia da ogni parte, l’inimicare gli amici fra di loro, l’aizzare il popolo contro le persone di classe elevata, e i ricchi tra di loro. È inoltre tipico di queste misure tiranniche impoverire i sudditi, per poter pagare la guardia del corpo e perché essi, assillati dai bisogni delle loro esigenze quotidiane, non abbiano tempo né possibilità di cospirare…

Al medesimo scopo tendono egualmente i sistemi fiscali come quello imposto a Siracusa, dove sotto Dionisio i cittadini spesero per le tasse nel corso di cinque anni tutti i loro beni. Il tiranno tende poi continuamente a provocare guerre…».

Con preghiera di ciclostilare e diffondere.

Quarto volantino della Rosa Bianca

È una massima antica alla quale si usa richiamare spesso i bambini: colui che non vuole dare ascolto, deve poi provare di persona. Ma un bambino accorto si brucerà soltanto una volta le dita alla stufa accesa.

Nelle settimane scorse Hitler ha avuto sia in Africa che in Russia dei successi. Ne conseguì il fatto che l’ottimismo di una parte del popolo, ed il turbamento ed il pessimismo dell’altra, si accrebbero con una rapidità insolita. Dappertutto si sono uditi da parte degli oppositori di Hitler, ovverosia dalla parte migliore del popolo, dei lamenti, delle parole di delusione e di scoraggiamento, che non di rado terminavano con l’interrogativo: «E se Hitler davvero…?».

Frattanto l’offensiva tedesca in Egitto si è arrestata; Rommel è costretto a rimanere in una posizione pericolosamente esposta; ma l’avanzata sul fronte orientale procede ancora. Questo apparente successo è stato però pagato con i più tremendi sacrifici, cosicché esso non può più essere considerato tale. Mettiamo quindi in guardia da un ottimismo di qualunque genere. Chi ha contato i morti? Hitler o Göbbels?

Probabilmente nessuno dei due. Ogni giorno in Russia ne cadono a migliaia. È il tempo del raccolto e la falce colpisce con pieno vigore nella messe matura! Il lutto penetra nelle case della nostra patria, e nessuno viene ad asciugare le lacrime delle madri; ma Hitler inganna coloro a cui ha rapito il più caro dei beni, gettandolo verso una morte senza significato.

Ogni parola che esce dalla bocca di Hitler è una menzogna. Quando egli parla di pace pensa alla guerra, quando egli in modo blasfemo pronuncia il nome dell’Onnipotente, si riferisce invece alla potenza del Male, agli angeli caduti, a Satana. La sua bocca è come l’ingresso fetido dell’inferno e il suo potere è corrotto nel più profondo. È ben vero che si deve portare avanti con metodi razionali la lotta contro lo Stato terroristico; ma chi oggi dubita ancora sulla reale esistenza di forze demoniache, non ha assolutamente capito lo sfondo metafisico di questa guerra. Dietro al concreto, che è afferrabile con i sensi, dietro ogni riflessione obiettiva e logica, sta l’irrazionale, sta cioè la lotta contro il demonio, contro il messaggero dell’Anticristo. Ovunque ed in ogni tempo, i demoni sono stati in agguato, nelle tenebre, in attesa dell’ora in cui l’uomo diviene debole, in cui esso abbandona volontariamente la sua posizione fondata sulla libertà donatagli da Dio e cede alle pressioni del Male, si distacca dall’ordine divino: così, dopo aver fatto liberamente il primo passo, viene spinto al secondo, al terzo, ed ancora innanzi con sempre più turbinosa velocità. Allora, dovunque e nell’ora estrema del bisogno, sono sorti uomini, profeti, santi, che avevano conservato la loro libertà, che hanno richiamato il popolo al Dio unico, e con il suo aiuto lo hanno incitato a tornare indietro. L’uomo è bensì libero, ma senza il vero Dio è indifeso contro il male, come un neonato senza madre, come una nube che si dissolve.

Vi è forse, chiedo a te che sei cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni più preziosi, una possibilità di esitare, di trastullarsi con intrighi, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? Non ti ha forse Dio stesso dato la forza ed il coraggio per combattere? Dobbiamo attaccare il male là dove esso è imperante, ed esso è imperante proprio nel potere di Hitler.

«Mi voltai e vidi tutto il male che è stato commesso sotto il sole; ed ecco, vi erano lacrime di quelli che soffrivano ingiustizia e non avevano alcun consolatore; coloro che gli arrecavano ingiustizia erano così potenti che essi non potevano avere nessun consolatore.

Ed allora considerai felici coloro che erano morti, più dei vivi, che possedevano ancora la vita…» (Ecclesiaste 4, 1-2).

Novalis: « La vera anarchia è l’elemento che genera la religione. Dalla distruzione di tutto ciò che vi è di positivo essa solleva il suo capo vittorioso come nuova creatrice del mondo … Se l’Europa volesse svegliarsi, se esistesse nel nostro futuro uno Stato degli Stati, una dottrina scientifica della politica! Sarà forse il tipo gerarchico… il fondamento di questa unione di Stati? … Il sangue scorrerà sull’Europa fino a che le nazioni non avvertiranno la spaventosa follia che le trascina in un vortice; fin quando, colpite e rappacificate da una musica sacra, non celebreranno una grande agàpe come festa di pace sui fumanti campi di battaglie, versando lacrime cocenti. Solamente la religione può svegliare l’Europa, i popoli e collocare visibilmente il cristianesimo sulla terra, con un nuovo splendore, nel suo antico ufficio di portatore di pace…».

Avvertiamo espressamente che la Rosa Bianca non è al soldo di nessuna potenza straniera. Pur sapendo che il potere nazionalsocialista deve essere spezzato militarmente, noi cerchiamo un rinnovamento dall’interno dello spirito tedesco, così gravemente ferito. Ma questa rinascita deve essere preceduta da un chiaro riconoscimento di tutte le colpe di cui il popolo tedesco si è macchiato, e da una lotta incondizionata contro Hitler, i suoi collaboratori, i membri del partito, i Quisling ecc. Dobbiamo aprire, nettamente e con brutalità, un abisso tra la parte migliore del popolo e tutto ciò che è legato al nazionalsocialismo. Per Hitler ed i suoi sostenitori non vi è sulla terra una punizione adeguata alle loro azioni. Comunque, per amore delle future generazioni, si deve dare, alla fine del conflitto, un esempio tale che nessuno abbia più la minima voglia di ritentare una simile avventura. Non dimenticate neppure i colpevoli meno importanti di questo sistema, ricordate i loro nomi, perché nessuno sfugga! Non devono riuscire, dopo una tale atrocità, a cambiare bandiera all’ultimo minuto e a fare come se nulla fosse accaduto!

Per la vostra tranquillità aggiungiamo ancora che gli indirizzi dei lettori della Rosa Bianca non sono annotati in nessun luogo; essi sono presi a caso da elenchi di indirizzi.

Noi non taceremo, noi siamo la voce della vostra cattiva coscienza; la Rosa Bianca non vi darà pace.

Si prega di ricopiare e diffondere.

Quinto volantino a firma “movimento della resistenza”

Appello a tutti i tedeschi!

La guerra volge sicuramente verso la fine. Come nel 1918, il governo tedesco cerca anche ora di sviare l’attenzione di tutti sul crescente pericolo costituito dai sommergibili nemici, mentre in Oriente le nostre armate retrocedono senza sosta ed in Occidente si attende l’invasione. L’armamento dell’America non ha ancora toccato il punto culminante, ma già oggi supera ogni misura che mai sia stata raggiunta nella storia. Con sicurezza matematica Hitler conduce il popolo tedesco alla rovina. Hitler non può vincere la guerra, può soltanto prolungarla! La sua colpa e quella dei suoi collaboratori ha superato ogni limite. La giusta punizione si avvicina sempre di più.

Ma intanto cosa fa il popolo tedesco? Non vede e non sente.

Ciecamente segue i suoi seduttori nella rovina. «Vittoria ad ogni costo!» essi hanno scritto sulle loro bandiere. «Combatteremo fino all’ultimo uomo», dice Hitler, e intanto la guerra è già perduta.

Tedeschi! Volete, voi e vostri figli, subire lo stesso destino toccato agli ebrei? Volete voi essere giudicati con lo stesso metro con cui saranno giudicati i vostri seduttori? Volete voi essere per l’eternità il popolo odiato e respinto da tutti? No! Staccatevi dal nazionalsocialismo disumano! Provate con l’azione che voi la pensate diversamente! Una nuova guerra di liberazione sta per scoppiare. La parte migliore del nostro popolo combatte dalla nostra parte. Strappate il mantello dell’indifferenza che avvolge il vostro cuore!

Decidetevi prima che sia troppo tardi. Non prestate fede alla propaganda nazionalsocialista che vi ha iniettato il terrore dei bolscevichi. Non crediate che la salvezza della Germania sia collegata alla vittoria del nazionalsocialismo a tutti i costi! Il crimine non può portare ad una vittoria tedesca.

Separatevi in tempo da tutto ciò che è collegato col nazionalsocialismo! Verrà un terribile, ma giusto giudizio contro quelli che, vili e indecisi, si sono tenuti nascosti.

Che cosa ci insegna la fine di questa guerra che non è mai stata nazionale?

L’idea imperialista del potere, da qualunque parte essa provenga, deve essere resa innocua per sempre. Un militarismo prussiano non deve più giungere al potere. Solo attraverso un’ampia collaborazione dei popoli europei si può creare la base su cui sarà possibile una costruzione nuova. Ogni potere centralizzato, come quello che lo Stato prussiano ha cercato di instaurare in Germania ed in Europa, deve essere soffocato sul nascere. La Germania futura potrà unicamente essere una federazione. Solo un sano ordinamento federalista può oggi ancora riempire di nuova vita l’Europa indebolita. La classe lavoratrice deve essere liberata mediante un socialismo ragionevole dalla sua miserabile condizione di schiavitù. Il fantasma di una economia autarchica deve scomparire dall’Europa. Ogni popolo, ogni individuo hanno diritto ai beni della terra!

Libertà di parola, libertà di fede, difesa dei singoli cittadini dall’arbitrio di Stati criminali che si fondano sulla violenza: queste sono le basi della nuova Europa.

Appoggiate il movimento di resistenza, diffondete i volantini!

Sesto volantino

 Studentesse! Studenti!

Il nostro popolo si trova profondamente scosso di fronte all’ecatombe umana di Stalingrado. La geniale strategia del caporale della prima guerra mondiale ha spinto alla morte in modo insensato ed irresponsabile trecentomila tedeschi. Führer, ti ringraziamo!

Fermenta nel popolo tedesco la domanda: vogliamo ancora affidare il destino delle nostre armate a un dilettante? Vogliamo lasciare in preda ai più bassi istinti di potere di una cricca di partito la nostra gioventù tedesca? Mai più!

Il giorno della resa dei conti è venuto, la resa dei conti della gioventù tedesca con la più abominevole tirannia che il nostro popolo abbia mai sopportato. In nome della gioventù tedesca esigiamo dallo Stato di Adolfo Hitler la restituzione della libertà personale, il bene più prezioso dei tedeschi che egli ci ha tolto nel modo più spregevole.

Siamo cresciuti in uno Stato caratterizzato dalla spietata sopraffazione di ogni libera espressione di opinione. La Gioventù hitleriana, la SA, le SS hanno cercato negli anni più formativi della nostra vita di renderci uniformi, di plasmarci, di narcotizzarci.

«Educazione ad una concezione del mondo»: così veniva chiamato il metodo spregevole di soffocare in una nebbia di vuote frasi i gemiti del pensiero individuale.

Capi appositamente scelti che non si potevano immaginare più diabolici e nel contempo di mentalità più limitata, educano i futuri bonzi del partito, in luoghi speciali, per formarne degli sfruttatori svergognati e senza scrupoli e degli assassini, per renderli seguaci ciechi e stupidi del Führer. Noi, “lavoratori del pensiero”, saremmo proprio adatti per servire da strumento a questa nuova classe di padroni. Dei combattenti vengono puniti come degli scolaretti dai gerarchi delle organizzazioni studentesche ed aspiranti Gauleiter, e dei Gauleiter offendono l’onore delle studentesse con scherzi volgari. Le studentesse tedesche dell’Università di Monaco hanno dato una degna risposta all’offesa del loro onore, e gli studenti tedeschi si sono schierati in difesa delle loro compagne e sono restati saldi …

È questo un inizio della lotta per la nostra libera autodeterminazione, senza la quale non possono essere creati valori spirituali. Il nostro ringraziamento va alle nostre coraggiose compagne ed ai compagni, che ci hanno dato un esempio così luminoso!

Per noi esiste una sola parola d’ordine: lotta contro il partito! Fuori dall’organizzazione del partito, in cui ci si vuole tenere ancora a bocca chiusa in materia politica! Fuori delle aule dove parlano i piccoli e i grandi capi delle SS e i cortigiani del partito! A noi interessano una vera scienza ed una autentica libertà spirituale! Nessuna minaccia ci può spaventare, neanche la chiusura delle nostre università. Si tratta della lotta di ognuno di noi per il nostro futuro, per la nostra libertà ed il nostro onore, in uno Stato che sia consapevole della sua responsabilità morale.

Libertà e onore! Per dieci lunghi anni Hitler ed i suoi seguaci hanno spremuto fino alla nausea queste due magnifiche parole tedesche, le hanno svuotate, alterate come possono fare soltanto i dilettanti, che gettano ai porci i più alti valori di una nazione. Quel che valgono per loro la libertà e l’onore, lo hanno dimostrato a sufficienza durante dieci anni di distruzione di tutte le libertà materiali e spirituali, di ogni valore morale nel popolo tedesco. L’orribile bagno di sangue che essi hanno causato e che ogni giorno causano in tutta l’Europa in nome della libertà e dell’onore della nazione germanica ha aperto gli occhi anche al più ottuso dei tedeschi. Il nome tedesco rimarrà disonorato per sempre, se la gioventù tedesca non insorgerà ed insieme vendicando ed espiando non schiaccerà i suoi aguzzini e non darà origine a una nuova Europa dello spirito.

Studentesse! Studenti! Il popolo tedesco guarda a noi! Da noi attende, come già nel 1813 la distruzione del terrore napoleonico, così ancora oggi nel 1943 la distruzione del terrore nazionalsocialista mediante la potenza dello spirito. Si levano ad oriente le fiamme della Beresina e di Stalingrado, i morti di Stalingrado ci scongiurano.

«Levati, popolo mio, i segnali di fuoco fumano!»

Il nostro popolo si leva contro l’asservimento dell’Europa da parte del nazionalsocialismo, in un nuovo impeto di fede nella libertà e nell’onore.