Lezioni di Filosofia. Il problema della libertà in René Descartes

Lunedì 4 aprile 2016 alle ore 18 nella sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia la professoressa Emanuela Scribano ha parlato sul tema: “Il problema della libertà in René Descartes.

L’incontro, che rientra nel ciclo delle “Lezioni di Filosofia”, XIII edizione, è stato promosso dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura in collaborazione con i Padri della Pace.

Emanuela Scribano è professore ordinario di Storia della filosofia moderna presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nei suoi lavori si è occupata della storia della metafisica nel trapasso dal pensiero filosofico medievale a quello moderno, dedicando particolare attenzione allo sviluppo della “teologia razionale” e ai modelli di teoria della conoscenza. Tra le sue pubblicazioni: L’esistenza di Dio. Storia della prova ontologica da Descartes a Kant (Laterza, Roma-Bari 1994); Guida alla lettura delle «Meditazioni metafisiche» di Descartes (Laterza, Roma-Bar i 1997); Angeli e beati. Modelli di conoscenza da Tommaso a S pinoza (Laterza, Roma-Bari 2006); Guida alla lettura dell’«Etica» di Spinoza (Laterza, Roma-Bari 2008); Macchine con la mente. Fisiologia e metafisica tra Cartesio e Spinoza (Carocci, Roma 2015).

René Descartes (Renato Cartesio, 1596-1650) propone, in particolare nella quarta delle sue Meditazioni metafisiche, una filosofia della libertà in cui si assiste al passaggio da un orizzonte problematico di ordine teologico-filosofico ad un orizzonte di impianto filosofico-scientifico. Per Cartesio, a differenza dell’intelletto che è finito, la libertà mostra d i non essere limitata e in questo essa rappresenta il fatto che l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio. La libertà, a suo modo di vedere, si articola in tre piani: quello più basso che implica “il poter fare e non fare senza costrizione e ad arbitrio”, quello dell’adesione al vero e al bene indicati dall’intelligenza e quello della spontaneità assoluta che “trascende la misura sempre limitata della ragione umana e che non coincide però con l’indifferenza, essendo invece vertice della perfezione umana e sigillo della sua somiglianza con Dio”. Proprio l’eccedenza della libertà rispetto alla ragione costituisce “il principio del possibile errore gnoseologico” che si verifica quando la volontà dà il proprio assenso ad un “giudizio sopra una cosa” non concepita con “sufficiente chiarezza e distinzione” intellettuali. La libertà è anche “condizione per la formulazione dello stesso dubbio metodico” attraverso cui facciamo esperienza di una libertà così grande che “ci perme tte di sospendere il giudizio”. In Cartesio la libertà è così “la mas sima e fondamentale condizione del primato della res cogitans nei confronti della res extensa“, ma nello stesso tempo è anche “il punto critico assoluto del dualismo cartesiano delle sostanze, che finisce per esporre la libertà che lo sostiene o all’isolamento spiritualistico dalla corporeità oppure al suo condizionamento meccanicistico” (F. Botturi).