La scienza delle barbarie: i lager nazisti

Venerdì  28 gennaio 1983 alle ore 20,30 nella Sala Bevilacqua di Via Pace n.10 in Brescia Vittorio Emanuele Giuntella e mons. Carlo Manziana hanno tenuto una conferenza sul tema: “La scienza delle barbarie: i lager nazisti”. L’iniziativa è stata proposta da CCDC, ANED e Amici della Pace.

Vittorio Emanuele Giuntella, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, tenente degli Alpini, fu preso prigioniero dai tedeschi e fu internato in lager della Polonia e della Germania (Sanboster, Bergen-Belsen, Deblin, Wietzendorf). Ha speso tutto il resto della sua esistenza, oltre che nel lavoro di storico, nella testimonianza della pagina nera della storia dell’umanità, da lui vissuta in prima persona.

Carlo Manziana nacque a Urago Mella, quartiere occidentale di Brescia, il 26 luglio 1902. Ancora giovane entrò nella congregazione degli Oratoriani. Fu ordinato sacerdote nel 1927. Si dedicò soprattutto alla formazione dei giovani e delle coscienze nell’Oratorio della Pace, lavorando insieme a Teresio Olivelli nel campo della formazione e della diffusione della stampa clandestina. Considerato da fascisti e nazisti uno dei principali ispiratori di quel «covo di ribelli» che era l’Oratorio della Pace, padre Manziana venne rinchiuso in carcere a Brescia il 4 gennaio 1944, insieme a don Vender, Andrea Trebeschi e Mario Bendiscioli. Trasferito al forte San Leonardo di Verona, fu poi deportato il 29 febbraio 1944 nel campo di concentramento di Dachau; è il secondo dei 28 preti italiani che vi saranno rinchiusi, preceduto solo da don Giovanni Fortin, parroco di Terranegra (Padova). Don Manziana, matricola 64762, riuscì a sopravvivere all’inferno dei lager nazisti: venne liberato il 29 aprile 1945 dalle truppe americane e rientrò in Italia il 13 luglio. Il 19 dicembre 1963 fu nominato vescovo di Crema da papa Paolo VI: qui ha guidato il cammino di rinnovamento della diocesi alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Si ritirò nel 1981 e morì, ultranovantenne, a Brescia il 2 giugno 1997. (http://www.fiammeverdibrescia.it – 2019)