Lezioni di Filosofia. Il problema del male in Schelling

Giovedì 22 marzo 2018 alle 18 si è chiuso il ciclo delle Lezioni di filosofia 2018 (XIV edizione) con una lezione su il problema del male in Friedrich Wilhelm Joseph Schelling (Leonberg, Württemberg, 1775 – Bad Ragaz, San Gallo, 1854), filosofo considerato insieme a Fichte e Hegel fra i maggiori esponenti dell’idealismo tedesco.

È stato relatore il prof. Claudio Ciancio.

Claudio Ciancio è professore emerito di filosofia teoretica presso l’Università del Piemonte Orientale, è presidente del “Centro Studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson” e direttore dell’“Annuario filosofico”. Le sue ricerche spaziano dalla filosofia classica tedesca all’ontologia ermeneutica, che viene svolta con particolare riguardo ai temi della verità, del male, della libertà, dell’esperienza religiosa e dell’immagine. Tra le sue pubblicazioni: Il dialogo polemico tra Schelling e Jacobi, Filosofia, Torino 1975; Friedrich Schlegel. Crisi della filosofia e rivelazione, Mursia, Milano 1984, 2016; Il paradosso della verità, Rosenberg & Sellier, Torino 1999; Del male e di Dio, Morcelliana, Brescia 2006; Libertà e dono dell’essere, Marietti, Genova-Milano 2009; Percorsi della libertà, Mimesis, Milano-Udine 2012.

La trattazione del problema del male in Schelling è determinata dalle due fasi in cui si articola il suo pensiero. Le sue opere del periodo cosiddetto della “filosofia dell’identità” rimangono legate alla soluzione tipica dell’idealismo tedesco: il male ha un’esistenza solo apparente, in quanto chi è capace di porsi dal punto di vista del tutto, che è il punto di vista della coincidenza di libertà e necessità, riconosce l’inesistenza del male. Questa soluzione, però, non accontenta Schelling che esprime il suo più originale pensiero nell’opera Ricerche sull’essenza della libertà umana (1809), dove il problema del male viene esteso dalla sfera umana alla sfera cosmica e posto in stretta connessione con quello della libertà. Il suo tentativo è quello di rendere compossibili la realtà del male (e non il suo essere privazione o illusione) e la sua negatività rispetto al bene, inserendo nell’assoluto stesso la dialettica antinomica bene-male. In Dio per lui sono infatti compresenti due principi antitetici che però non sono due esseri diversi (due “divinità”, come nel manicheismo), ma due volontà diverse dell’unica e medesima “essenza” di Dio. È proprio il “dramma” del conflitto tra di loro a fare di Dio, e di ciascun essere umano, una “persona”.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura, in collaborazione con i Padri della Pace