Lezioni di Filosofia. Il problema di Dio: Simone Weil

Le Lezioni di filosofia (X edizione) hanno avuto per tema il problema di Dio, approfondendo il pensiero di Freud, Maritain e Weil.

Organizzate dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura in collaborazione con i Padri della Pace, si sono tenute a Brescia nella sala Bevilacqua di via Pace n.10 alle ore 18 tra il 13 aprile e il 27 aprile 2012 (relazione del prof. Giancarlo Gaeta).

Giancarlo Gaeta è docente di Storia del cristianesimo antico presso l’Università degli studi di Firenze. Ha pubblicato studi sul Nuovo Testamento e sulla storia dell’interpretazione scritturistica antica, nonché saggi sul pensiero filosofico-religioso del Novecento. Tra i suoi libri: Introduzione storica al Nuovo Testamento, Queriniana, Brescia 1977; Il Gesù moderno, Einaudi, Torino 2009; Il dialogo con Nicodemo. Per l’interpretazione del capitolo terzo dell’evangelo di Giovanni, Paideia, Brescia 2011. Oltre ad aver tradotto e curato l’edizione italiana di alcuni essenziali testi di Simone Weil, tra cui i Quaderni (Adelphi, Milano 1982-1993), ha pubblicato i volumi Simone Weil, Edizioni Cultura della Pace, Firenze 1992 e Simone Weil. Pagine scelte, Marietti, Genova 2009.

Simone Weil (Parigi 1909 – Ashford, Kent, 1943) è stata allieva di Le Senne e di Alain ed ha insegnato in vari licei francesi. Ha lavorato anche in fabbrica per vivere la condizione operaia e ha partecipato con i repubblicani alla guerra civile spagnola (1936). Nel 1940 ha abbandonato Parigi dopo l’invasione nazista, rifugiandosi negli Stati Uniti e passando poi in Inghilterra, dove è morta in seguito alle privazioni che aveva voluto imporsi. Ella sostiene che nella storia umana sono sempre state due le principali forme di oppressione: la schiavitù esercitata in nome della forza e l’asservimento in nome della ricchezza trasformata in capitale. Di fronte a questo “stato doloroso” Weil fa appello ad un obbligo eterno: quello verso l’essere umano in quanto tale. La liberazione dall’oppressione sociale è sacrosanta perché l’individuo è il valore supremo, un valore calpestato anche dai movimenti marxisti. Questa liberazione però non è la redenzione dalla costitutiva infelicità dell’uomo. Infelice è infatti chi è distante da Dio ma, del resto, Dio stesso nell’atto della creazione si è distanziato dal creato affinché questo potesse esistere. Per eliminare questa distanza l’uomo deve compiere il cammino opposto alla creazione, deve cioè distruggere il proprio io, ma un io che si annulla è un io con-crocifisso. Ed è stata proprio la croce ad avvicinarla al Dio cristiano. Per lei infatti “in qualunque epoca, in qualunque paese, dovunque c’è una sofferenza, la croce di Cristo ne è la verità”. Tra le sue opere (postume): L’ombra e la grazia (1947); La prima radice (1949); La conoscenza soprannaturale (1950); Lettere a un religioso (1951); La condizione operaia (1951).