Oltre l’antropocene. Un nuovo modo di abitare la terra

Lunedì 13 settembre 2021 alle ore 18.00 presso il Viridarium del Museo Santa Giulia di Brescia. Il filosofo Salvatore Natoli, sollecitato da Ilario Bertoletti,direttore editoriale della Morcelliana, ha parlato sul tema “Oltre l’antropocene. Un nuovo modo di abitare la terra”. Si è trattato del primo incontro del ciclo Etica e filosofia della sostenibilità, organizzato da FUTURA, il progetto sulla sostenibilità della Camera di Commercio di Brescia e Probrixia, in collaborazione con la CCDC e la Fondazione Brescia Musei.

SALVATORE NATOLI – Filosofo italiano (n. Patti, Messina, 1942). Laureato presso l’Università Cattolica di Milano, ha insegnato nelle Università di Milano e di Venezia. Tra le opere: L’esperienza del dolore: le forme del patire nella cultura occidentale (1986); Vita buona vita felice: scritti di etica e politica (1990); La felicità: saggio di teoria degli affetti (1994); La felicità di questa vita (2000); Stare al mondo (2002); La verità in gioco. Scritti su Foucault (2005); Guida alla formazione del carattere (2006); Il crollo del mondo. Apocalisse ed escatologia (2009); L’edificazione di sé. Istruzioni sulla vita interiore (2010); Eros e Philia (2011); Sperare oggi (2012); Perseveranza (2014); Il rischio di fidarsi (2016); L’animo degli offesi e il contagio del male (2018); Il fine della politica (2019); L’uomo dei dolori (2020).

La sostenibilità in ambito ambientale, economico e sociale è il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell’uomo. Il principio guida è lo sviluppo sostenibile, che riguarda, in modo interconnesso, l’ambito ambientale, quello economico e quello sociale. Il termine sviluppo sostenibile è stato introdotto per la prima volta dal Rapporto Bundtland della Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo (1987). Con esso si intende un modello di crescita volto a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni. Ritornano attuali alcune riflessioni del filosofo tedesco naturalizzato americano Hans Jonas, che ne Il principio responsabilità pubblicato nel 1979 riformula l’imperativo etico kantiano in questo modo: “Agisci in modo tale che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”. Di fronte all’incertezza del nostro agire, Jonas propone di privilegiare la previsione più nefasta in termini di effetti possibili sull’ambiente di vita collettiva. Si tratta cioè di porre l’attenzione sulle conseguenze negative più probabili delle nostre azioni che oggi, purtroppo, hanno inevitabilmente dimensioni planetarie. Un’analisi che tenga conto di questi scenari ci dovrebbe aiutare a operare con l’urgenza che la situazione richiede e a cambiare il nostro modo di agire.