Per umanizzare la politica e il diritto. Il messaggio di Seneca

Mercoledì 20 maggio 1998 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia alle ore 18,30 si è tenuto un incontro sul tema: “Per umanizzare la politica e il diritto. Il messaggio di Seneca” promosso dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, dalla rivista Città & Dintorni, dall’Associazione Italiana di Cultura Classica e dall’Associazione Giovani Avvocati. Sono intervenuti il Sindaco di Brescia Mino Martinazzoli, il filosofo Salvatore Veca e il latinista Roberto Gazich. Ha introdotto Paolo Ferliga. In relazione al tema è stato presentato il volume di Matteo Perrini Seneca – L’immagine della vita (Nuova Italia, 1998).

Mino Martinazzoli. Nato a Orzinuovi nel 1931, avvocato, uomo di grande rigore morale, Martinazzoli è stato uno dei principali esponenti della corrente della sinistra interna e del cattolicesimo progressista. Da segretario ha guidato la difficile fase post-Tangentopoli e del traghettamento del partito fino alla nascita del Ppi. Ministro della Difesa, ministro della Giustizia, ministro delle Riforme Istituzionali, Martinazzoli è stato ininterrottamente in Parlamento dal 1972 al 1994, prima come senatore poi come deputato fino agli ultimi due anni di attività trascorsi nuovamente da Palazzo Madama. Quando nel 1994 tornò a Brescia per diventarne sindaco, il suo fu un tentativo di ritiro dalla vita politica e da un mondo uscito stravolto dall’uragano Tangentopoli. Nel 2000, però, fu “richiamato” dal centrosinistra e accettò di correre per la presidenza della Regione Lombardia, ma fu sconfitto da Roberto Formigoni. Restò in consiglio regionale per tutta la legislatura, mentre nel 2004 venne eletto presidente di Alleanza Popolare-Udeur. Nel corso della lunga esperienza parlamentare, Martinazzoli fu anche presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul caso Lockeed. Nel partito fu, con Giovanni Galloni, Luigi Gramelli, Leopoldo Elia e Guido Bodrato, uno degli esponenti più significativi dell’area Zaccagnini che innescò il processo di rinnovamento della Democrazia Cristiana alla fine degli anni ’70. (https://www.repubblica.it/politica/2011/09/04)

Salvatore Veca, nato a Roma il 31.10.1943, ha studiato Filosofia all’Università degli Studi di Milano, dove si è laureato nel 1966 con una tesi in filosofia teoretica, condotta sotto la guida di Enzo Paci e Ludovico Geymonat. Dal 1990 è professore ordinario di Filosofia politica alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pavia, di cui è stato Preside fino al 2005. Attualmente è vicedirettore dell’Istituto universitario di Studi Superiori di Pavia. Nel 1974 Veca ha assunto  la direzione scientifica della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano. Dal 1984 al 2001 è stato presidente della Fondazione Feltrinelli, promuovendo lo sviluppo del suo Centro di Scienza politica. Direttore degli “Annali” della Fondazione, Veca ha impegnato l’istituzione in una ampia gamma di attività di ricerca, documentazione e pubblicazione nell’ambito della teoria politica e sociale contemporanea che perseguono lo scopo di coniugare la tradizione della ricerca storico-sociale con l’innovazione dei metodi e degli esiti della teoria normativa e descrittiva della politica. Salvatore Veca ha svolto un’intensa attività di consulenza e direzione editoriale. E’ stato condirettore di “Aut Aut” con E. Paci e P.A. Rovatti dal 1971 al 1973. Ha diretto dal 1974 al 1981 la collana Readings per l’Università della Casa editrice Feltrinelli, di cui è consulente per la saggistica nel campo della filosofia e della teoria politica e sociale. Dal 1977 al 1992 è stato consulente della saggistica de il Saggiatore, di cui ha diretto, con Marco Mondadori, la collana “Theoria”. Ha curato, introdotto e suggerito l’edizione di opere di autori come J. Rawls, R. Dahl, T. Nagel, B. Williams, D. Parfit, H. Putnam, M. Walzer, I. Berlin, J. Elster, J. Passmore, M. Midgley, K. Arrow, G. Pontara, J. Dunn, Ch. Larmore, A. MacIntyre, R. Nozick, J. Harsanyi, C.G. Hempel, B. De Finetti, J. Meade, A.K. Sen, R. Dworkin, R. Axelrod, T. Regan, B. Moore, S. Hampshire, Ph. Pettit, N. Goodman. Fa parte o ha fatto parte del comitato scientifico di riviste quali “Rassegna italiana di sociologia”, “Teoria politica”, “Biblioteca della libertà”, “Transizione”, “Etica degli affari”, “Iride”, “European Journal of Philosophy”, “Filosofia e questioni pubbliche”, “Reset”, “Quaderni di Scienza politica”, “Il Politico”, “Rivista di filosofia”, “Italianieuropei”. E’ direttore de “Il giornale di Socrate al caffè. Bimestrale di cultura e conversazione civile”. Nel 1998 ha ricevuto per il libro Dell’incertezza il premio Castiglioncello – sezione di filosofia e gli è stata conferita, con decreto del Presidente della Repubblica, la medaglia d’oro e il diploma di prima classe, riservati ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. Nel 2000 ha ricevuto per il libro La filosofia politica il premio dell’Accademia di Carrara. La prima fase della ricerca scientifica è stata dedicata a questioni di teoria della conoscenza o di epistemologia: nel 1969 Veca ha pubblicato il volume Fondazione e modalità in Kant (Milano: il Saggiatore) e numerosi articoli su problemi di filosofia della logica, della matematica e della fisica nel pensiero di A.N. Whitehead, G. Frege, E. Cassirer, W.V.O. Quine. Dal 1970 al 1977, il centro di interesse scientifico si è spostato sulle teorie di Marx in rapporto alle scienze economiche, sociali e politiche, delineando una seconda fase di ricerca i cui esiti sono formulati soprattutto nei volumi, Marx e la critica dell’economia politica (Milano: il Saggiatore, 1973) e Saggio sul programma scientifico di Marx (Milano: il Saggiatore, 1977). Dal 1978 in avanti, Veca si è impegnato in un programma di ricerca nell’ambito della filosofia e della teoria politica nettamente influenzato dalla prospettiva, dal metodo analitico e dalla tradizione della teoria normativa della politica di origine anglosassone, non estranea a alcune tradizioni importanti, anche se minoritarie, della filosofia politica italiana. Dopo il libro, Le mosse della ragione (Milano: il Saggiatore 1980) e gli articoli per l’Enciclopedia Einaudi, Politica e Rivoluzione (1980), ha introdotto, nella cultura filosofica italiana, la discussione sulle teorie della giustizia distributiva con il volume, La società giusta (Milano: il Saggiatore 1982, 1988) e ha elaborato e sviluppato la sua prospettiva teorica in Questioni di giustizia (Parma: Pratiche 1985) e Una filosofia pubblica (Milano: Feltrinelli 1986, 1987). Nel 1988 ha dedicato un volume di alta divulgazione agli esiti di questa fase della sua ricerca, L’altruismo e la morale (Milano: Garzanti, 1988), scritto con Francesco Alberoni. Gli sviluppi successivi della sua ricerca, orientata al problema dei rapporti fra teoria normativa e teoria descrittiva della politica e centrata sulla questione del pluralismo come fatto e come valore per la teoria democratica, sono rinvenibili nel saggio, Libertà e eguaglianza. Una prospettiva filosofica, in Progetto Ottantanove (Milano: il Saggiatore 1989), scritto con Alberto Martinelli e Michele Salvati; nel libro, Etica e politica (Milano: Garzanti 1989) e, in particolare, nei libri, Cittadinanza. Riflessioni filosofiche sull’idea di emancipazione (Milano: Feltrinelli 1990.) e Questioni di giustizia. Corso di filosofia politica (Torino: Einaudi 1991). Dal 1991 al 1996 Veca ha lavorato alla stesura di tre meditazioni filosofiche intorno a questioni di verità, giustizia e identità in cui ha esteso la gamma dei suoi interessi teorici rispetto ai lavori degli anni Ottanta. Sviluppando una serie di idee originariamente presentate in Questioni di vita e conversazioni filosofiche (Milano: Rizzoli 1991), gli esiti di questa ricerca sono contenuti nel libro Dell’incertezza (Milano: Feltrinelli 1997). Nel 1997 ha pubblicato, con Sebastiano Maffettone, l’antologia L’idea di giustizia da Platone a Rawls (Roma-Bari: Laterza 2003). Nel 1998 ha pubblicato una raccolta di saggi di filosofia sociale e politica, Della lealtà civile (Milano: Feltrinelli) e un libro dedicato alla interpretazione della teoria politica normativa di fine secolo, La filosofia politica, (Roma-Bari: Laterza 2002). Nel 2001 ha pubblicato La penultima parola e altri enigmi. Questioni di filosofia, (Roma-Bari: Laterza), in cui sono riformulati e approfonditi alcuni esiti di Dell’incertezza. Nel 2002 ha pubblicato La bellezza e gli oppressi. Dieci lezioni sull’idea di giustizia, (Milano: Feltrinelli), in cui sono presentate le idee fondamentali per una teoria della giustizia internazionale. Nel 2004 ha presentato la sua prospettiva filosofica in un libro di dialoghi con sua nipote Camilla, Il giardino delle idee. Quattro passi nel mondo della filosofia (Milano: Frassinelli). Nel 2005 pubblica La priorità del male e l’offerta filosofica (Milano: Feltrinelli), in cui sviluppa e approfondisce le questioni di una teoria della giustizia globale e mette a fuoco, fra l’altro, le connessioni fra l’offerta di filosofia politica e le circostanze e i soggetti di politica. Sempre per Feltrinelli ha pubblicato Cittadinanza, La bellezza e gli oppressi, Sarabanda, e nel 2011 L’idea di incompletezza.

Roberto Gazich (1940) è professore associato di Letteratura latina e docente di Grammatica latina all’Università Cattolica di Brescia; da molti anni fa parte dell’Istituto di Filologia e storia. (vitaepensiero.it – 2022)