Pietro Piastra

Tematiche: Biografie

BRESCIA, VIA NICCOLÒ TARTAGLIA, 47

QUI ABITAVA
PIETRO PIASTRA
NATO NEL 1891
ARRESTATO IL 19.10.1944
COME POLITICO
DEPORTATO A MAUTHAUSEN
ASSASSINATO IL 10.4.1945
Pietro Piastra è uno dei circa 300 (le fonti ne indicano da 302 a 320) deportati siciliani di cui si conosce l’identità, ma si stima che almeno altri 500 siano rimasti senza nome. È luogo comune ritenere che la Sicilia, liberata prima ancora della caduta del fascismo dalle truppe angloamericane, non sia coinvolta dalla tragedia delle deportazioni. Le cose però non stanno purtroppo in questo modo e sono invece molti i siciliani che patiscono l’esperienza dei campi di sterminio. Molti di loro sono militari di stanza in aree lontane dalle zone liberate e  per questo, dopo l’8 settembre, vengono facilmente coinvolti dai rastrellamenti nazifascisti. D’altronde, già nel 1938, in Calabria, Sicilia, Molise e Campania il governo fascista aveva predisposto veri e propri campi di concentramento destinati agli ebrei stranieri e agli antifascisti. Pietro Piastra nasce a Palermo il 31 gennaio 1891 (fonte Aned, ma altre fonti, tra cui l’anagrafe di Palermo, indicano il 30 gennaio dello stesso anno) e si trasferisce a Brescia, non sappiamo in che anno, ma probabilmente per svolgere il suo lavoro di commerciante. Convinto antifascista, il 9 settembre del 1943, all’indomani dell’armistizio, Piastra  partecipa nella casa di Piero Gerola a Collio, al primo degli incontri da cui nascerà la Brigata Fiamme Verdi “Ermanno Margheriti”, costituita prevalentemente da giovani studenti, che opererà nell’alta Valtrompia. Poche settimane più tardi, alla fine di ottobre dello stesso anno, è presente anche alla riunione che si svolge alla malga Frondine, situata all’incontro tra la Valsabbia e la Valtrompia,  tra i partigiani più rappresentativi delle due valli (Pietro Gerola, Nella notte ci guardano le stelle, Edizioni Brescia Nuova). Individuato e ricercato dai nazifascisti per la sua attività di opposizione al regime, Piastra fugge a Collio, dove però viene catturato dalle Brigate nere il 16 ottobre 1944 e tradotto nel carcere di Brescia dove è sottoposto a pesanti torture (fonte: Enciclopedia Bresciana). Da Brescia, il 20 novembre 1944  viene deportato nel campo di concentramento di Bolzano e poi, il 19 dicembre 1944, trasferito in quello di Mauthausen con il numero di matricola 114153. Classificato nella categoria Schutz, cioè schutzhäftlinge, che indica i prigionieri arrestati perché ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato, Pietro Piastra muore a Mauthausen il 10 aprile 1945 (fonte di Bad Arolsen, altre fonti tra cui l’ANPI di Palermo e l’ANED indicano il 5), probabilmente in seguito allo sterminio a cui le SS sottopongono in quei giorni tutti i prigionieri ancora vivi nel lager, su ordine di Himmler. Il campo di Mauthausen sarà liberato un mese dopo, il 5 maggio dello stesso anno, dalla 3a Armata americana.
A cura delle studentesse Chiara Balzi, Clara Karaj, Carlotta Lazzari, Erica Sentimenti , Lorena Spada, Federica Tonello, Sara Vukman dell’Istituto “ITC Abba-Ballini” di Brescia.