Rifiuto e invocazione di Dio nel teatro contemporaneo

Autori: Fabbri Diego

Martedì 9 ottobre 1979 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia alle ore 21 lo scrittore e drammaturgo Diego Fabbri ha parlato sul tema: “Rifiuto e invocazione di Dio nel teatro contemporaneo” su invito della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura.

Fabbri, Diego. – Drammaturgo italiano (Forlì 1911 – Riccione 1980). Condirettore (dal 1948), poi direttore della Fiera letteraria, dal 1977 diresse Il dramma. Ha scritto per il teatro lavori di ispirazione religiosa, prospettanti casi e problemi di una società in contrasto, spesso anche nelle sue componenti cattoliche, con l’universalità del verbo cristiano (Il seduttore, 1951; Processo di famiglia, 1953; Processo a Gesù, 1955; La bugiarda, 1956; Veglia d’armi, 1956; Delirio, 1959; Ritratto di ignoto, 1962; L’avvenimento, 1967; Il vizio assurdo, in collab. Con D. Lajolo, 1974; Il commedione di Giuseppe Gioachino Belli poeta e impiegato pontificio, 1978; Al dio ignoto, 1980). I suoi drammi (ed. post. completa, Tutto il teatro, 2 voll., 1984) sono stati rappresentati con successo, grazie anche a una abilità tecnica che tiene conto della lezione, soprattutto, di L. Pirandello e di U. Betti. F. è stato inoltre autore di saggi e scritti polemici (Cristo tradito, 1949; Ambiguità cristiana, 1954; ecc.); ha scritto soggetti cinematografici e collaborato alla sceneggiatura di film diretti da V. De Sica, P. Germi, A. Blasetti, R. Rossellini, L. Zampa, A. Antonioni, M. Ferreri e altri; ed è stato autore di adattamenti e di testi originali per la televisione. (www.treccani.it)