19 ottobre: incontro su “Leadership religiose: la parola alle donne” con Marinella Perrone

Per il miniciclo “Donne, religione, potere” giovedì 19 ottobre alle ore 18,30 nella Libreria Paoline di via Gabriele Rosa 57 a Brescia Marinella Perroni, docente emerita di Nuovo Testamento al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma, tra le fondatrici del Coordinamento Teologhe Italiane, curatrice del volume Leadership religiose: la parola alle donne (Carrocci 2023) dialogherà con madre Eliana Zanoletti, docente di filosofia. L’incontro è promosso dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura e dal Coordinamento Donne delle Acli.

Marinella Perroni. È tra le fondatrici del Coordinamento Teologhe Italiane ed è stata docente stabile di Nuovo Testamento al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e invitata alla Facoltà Teologica Marianum di Roma. Ha studiato con particolare attenzione le problematiche relative alla presenza delle donne nelle comunità protocristiane e si è occupata di temi inerenti alla loro partecipazione alla vita della Chiesa cattolica di oggi.

Il libro. Da più di cento anni, in tutti i paesi del mondo il protagonismo delle donne è diventato un elemento costitutivo della vita politica, culturale e religiosa che ha fatto emergere ingiustizie non più tollerabili e ha posto interrogativi da cui dipende la qualità della vita di tutti. Nei vari ambiti religiosi esso si configura anche come una richiesta, se non già come un’assunzione, di leadership. Ne sono espressione le sette testimonianze raccolte in questo libro, che mettono in luce, oltre al volto di un’Italia multireligiosa per molti ancora inedita, anche quanto la questione della leadership religiosa riguardi – come qualsiasi altra questione che abbia a che fare con la vita delle donne – il loro vissuto strettamente individuale. È pur vero però che, ben diversamente che per gli uomini, per le donne l’accesso all’esercizio di leadership religiosa non può essere ricondotto soltanto all’individualità di ciascuna, cioè a quella che comunemente va sotto il nome di vocazione, ma rappresenta sempre anche un gesto politico: in tutti i sistemi religiosi, infatti, vigono precisi interdetti che interessano la partecipazione delle donne alla sfera del culto, all’esercizio dell’autorità o anche solo della parola autorevole.

 

 

 

 

 

 

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