Presentazione libro di Naval’nyj con Tatiana Yankelevich, figlia di A. Sacharov, e Adriano Dell’Asta

In occasione della recentissima pubblicazione del libro del dissidente russo Aleksej Naval’nyj “Io non ho paura, non abbiatene neanche voi” (Scholé) e della biografia “Andrej Sacharov. L’uomo che non aveva paura” di Ksenija Novochatko (Caissa Italia) venerdì 24 maggio 2024 alle ore 18 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 in Brescia si terrà un incontro sul tema: “La lotta per le libertà in Russia”.

Dopo la lettura di testi di Aleksej Naval’nyj da parte di Antonio Palazzo, commentati dal prof. Adriano Dell’Asta, interverrà Tatiana Yankelevich Bonner, figlia adottiva di Andrej Sacharov (premio Nobel per la pace 1975), già direttrice del Sacharov Program on Human Rights – Università di Harvard.

Conclusioni di Elena Kostioukovitch (Memorial Italia), traduttrice, saggista, professore universitario, autrice del libro “Nella mente di Vladimir Putin” (La Nave di Teseo”).

L’incontro è promosso da Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Memorial Italia, Russia cristiana, Editrice Morcelliana.

Tatiana Yankelevich. Nasce a Leningrado nel 1950; si laurea alla Facoltà di letteratura russa dell’Università di Mosca. Nel 1977 fugge dalle atrocità del Kgb e raggiunge gli Stati Uniti dove tuttora vive e lavora. Figlia di Elena Bonner e figlia adottiva del grande scienziato del dissenso Andrej Sacharov (premio Nobel per la pace, perseguitavo per quindici anni dall’impero sovietico, ha consacrato la propria vita alla fine degli esperimenti nucleari e al disarmo), Tatiana ha insegnato letteratura e storia russa negli Stati Uniti, al prestigioso Bentley College e ha diretto il Sacharov Program on Human Rights presso l’Università di Harvard. Grande studiosa e storica, ha curato l’edizione dei Diari di Andrej Sacharov.

Io non ho paura, non abbiatene neanche voi. Il libro raccoglie le riflessioni, pubbliche e private, di Aleksej Naval’nyj, il politico russo deceduto il 16 febbraio 2024 nelle carceri siberiane di Putin. Parole contenute in post pubblicati sui diversi social network, in interviste a «Der Spiegel», «Time», «New York Times», nelle perorazioni pronunciate in aula durante gli innumerevoli processi e nelle lettere scritte dalla prigione. Scritti che raccontano la sua maturazione politica e spirituale, dal nazionalismo iniziale alla lotta per la democrazia liberale e la lotta alla corruzione in Russia, fino agli ultimi drammatici anni nelle carceri, dove emerge una figura di dissidente: pronto a morire per la coerenza con la sua coscienza, a favore della libertà, la verità e la bellezza futura della Russia. Un cammino della coscienza libera, contro la paura e l’odio come sentimenti di cui vive il regime totalitario. Aleksej Naval’nyj (1976-2024) ha incarnato la tenace resistenza al sistema autoritario di Putin. La sua parabola, segnata da coraggio e avversità, ha acceso i riflettori sulla repressione politica in Russia e ispirato la speranza di un futuro democratico. Avvelenato nel 2020, è rientrato in Russia nel 2021, per essere subito arrestato e imprigionato. Gli è stato assegnato il premio Sacharov per la libertà di pensiero nel 2021.  La sua tragica scomparsa in una colonia penale nell’Artico russo ha sollevato dubbi e accuse sul regime.

I commenti non sono disponibili