Giustizia e politica: il problema delle tangenti

Federico Stella

Il 22 aprile 1993 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia si è tenuto alle ore 20,45 un incontro sul tema: “Giustizia e politica: il problema delle tangenti” promosso dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura. Sono intervenuti: Federico Stella, ordinario di diritto penale nell’Università Cattolica di Milano, Vittorio Grevi, odinario di procedura penale nell’Università di Pavia, e l’economista Giorgio Fiorentini.

Federico Stella. Nato in un paesino del trevigiano, Sernaglia della Battaglia, nel 1935, Federico Stella compie i suoi studi liceali al Collegio S. Pio X di Treviso, conseguendo la maturità nel 1953. Vince una borsa di studio all’Università Cattolica e si trasferisce a Milano, dove si laurea in giurisprudenza nel 1958. Si dedica poi alla ricerca scientifica e nel 1966 consegue la libera docenza in diritto penale. Vince, come primo ternato, il concorso di diritto penale nel 1970.  Insegna due anni all’Università di Catania e viene poi chiamato all’Università Cattolica, alla prima cattedra di diritto penale, di cui rimane titolare fino alla prematura scomparsa, nel luglio del 2006. Numerosissime sono le sue pubblicazioni scientifiche: tra le più importanti, vanno ricordate le monografie su “Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale” (Milano, II ed., 2000) e su “Giustizia e Modernità” (Milano, III ed., 2003), autentiche pietre miliari del dibattito penalistico recente, nonché il volume “La giustizia e le ingiustizie” (Bologna, 2006), che rappresenta l’ultima e più profonda riflessione di Federico Stella sul tema del male e sulle possibili risposte che il diritto, e in special modo il diritto penale, può fornire a tale problema. Tra le pubblicazioni appena citate, “Giustizia e Modernità” si segnala altresì per il fatto di essere l’opera prima della collana “I temi della modernità” che, ideata e diretta da Federico Stella, ha affrontato, grazie al contributo di molti studiosi, alcuni tra i temi più scottanti del dibattito attualmente in corso tra gli esperti del diritto penale. Dal rapporto tra “Etica e mercato”, oggetto dell’importante monografia di Cristina De Maglie, al problema della “Normalità dei disastri tecnologici”, affrontato dall’indagine di Francesco Centonze, il panorama dei temi della modernità spazia fino ad abbracciare i fondamenti stessi della pena (con la rivoluzionaria opera di Kiran Bedi, dal titolo “La coscienza di sé”) e questioni d’importanza capitale quali il ruolo delle prove statistiche nella prassi giudiziaria (oggetto dello studio di Benito Vittorio Frosini “Le prove statistiche nel processo civile e nel processo penale”). Più di recente, con la monografia intitolata “I saperi del giudice”, è stato affrontato il rapporto tra la causalità e il ragionevole dubbio, grazie anche al contributo di due celebri studiosi americani come Richard Wright e Laurence Tribe. Tale rapporto è stato nuovamente analizzato da Federico Stella nel volume “Il giudice corpuscolariano”, che ha aperto la strada ad una rinnovata riflessione sulle regole probatorie e di giudizio del processo penale, prese approfonditamente in esame nella pubblicazione italiana del celebre volume di Alan Dershowitz dal titolo “Dubbi ragionevoli”. Infine, l’indagine di Francesco D’Alessandro sul tema “Pericolo astratto e limiti-soglia”, in corso di pubblicazione nella sua edizione definitiva, affronta il tema dell’anticipazione della tutela penale, nel perenne sforzo di costruire un giusto equilibrio tra le esigenze di sicurezza della collettività e i diritti di garanzia di ogni individuo. Federico Stella ha inoltre diretto una importante collana di criminologia, politica criminale e diritto penale, che ha consentito di far conoscere in Italia opere straniere di straordinaria importanza, prime fra tutte “La funzione della pena: il commiato da Kant e da Hegel” – una raccolta di saggi sul problema del male e contro l’idea retributiva della pena – e “Pena e retribuzione: la riconciliazione tradita” del teologo austriaco Eugen Wiesnet che, attraverso una moderna esegesi delle fonti Bibliche – che si contrappone ad una interpretazione secolare – illustra l’idea di giustizia divina come “giustizia del primo passo”. Infine, assieme ad Alberto Crespi e Giuseppe Zuccalà, ha diretto il Commentario Breve del Codice Penale (Padova, V ed., 2008) e ha svolto per moltissimi anni un’intensa attività professionale, che lo ha visto protagonista di alcune tra le più importanti vicende della storia giudiziaria italiana (dal crac del Banco Ambrosiano al disastro di Stava, dall’inchiesta “Mani Pulite” al processo sul Petrolchimico di Porto Marghera). Nell’aprile 2005 Federico Stella ha avviato il progetto “Stella Homes 4 Tsunami” che, portato avanti dalla famiglia dopo la sua scomparsa, ha consentito la ricostruzione di un intero villaggio di pescatori nello Sri Lanka. (https://centridiricerca.unicatt.it – 2019)

Vittorio Grevi (Pavia, 2 settembre 1942 – Pavia, 4 dicembre 2010) è stato un giurista, editorialista e accademico italiano. Biografia: suo padre era Gino Grevi, allenatore della squadra italiana femminile di ginnastica artistica vincitrice della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. Compiuti gli studi presso il Liceo Classico Ugo Foscolo di Pavia, fu successivamente convittore del Collegio Ghislieri. Sempre a Pavia si laureò in Giurisprudenza nel 1965 dove divenne assistente in Procedura Penale, poi professore incaricato. Nel 1971, ad appena 29 anni, divenne professore ordinario presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Macerata, ove ebbe una breve parentesi di insegnamento, per poi conseguire definitivamente la cattedra di ordinario di Procedura Penale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Pavia nel 1974. Fu nominato membro, a più riprese tra il 1974 e il 1998, delle commissioni governative di riforma del processo penale: tra di esse vi fu quella presieduta da Giandomenico Pisapia, dai cui lavori nacque nel 1989 il nuovo Codice di procedura penale italiano che decretò la transizione del processo penale italiano dal sistema inquisitorio a quello accusatorio. Nel 1978 venne chiamato a collaborare con il Viminale in qualità di consigliere giuridico dall’allora Ministro dell’interno Virginio Rognoni, subentrato a Francesco Cossiga dopo l’omicidio di Aldo Moro. Personalità di grande austerità e rigore professionale, sin dall’inizio del suo percorso di studioso operò la scelta di non esercitare la professione di avvocato, pur essendo iscritto all’Albo, al fine di tutelare il proprio ruolo di accademico e non compromettere la propria onestà di analisi e giudizio scientifico: tale posizione fu da lui mantenuta e difesa anche dopo aver raggiunto la grandissima autorevolezza di giurista che lo accompagnava, a onta dei grandi vantaggi materiali che dall’esercizio della professione forense gli sarebbero derivati. La ferma onestà intellettuale e l’autorevole rigore metodologico che lo caratterizzavano trovarono fedele rappresentazione tanto nelle analisi che gli venivano sollecitate nel corso di programmi televisivi di approfondimento politico, ove veniva interpellato in veste di esperto di Procedura Penale, quanto e soprattutto nella sua copiosa attività di editorialista in tema di giustizia penale, attività che da oltre vent’anni trovava forma in pubblicazioni di frequentissima cadenza sul Corriere della Sera e – in precedenza – su Il Sole-24 Ore e Il Giorno. Le sue prese di posizione, aventi come unico riferimento i princìpi della Costituzione, lo avrebbero reso poco gradito al potere politico: gli sarebbero state d’ostacolo all’accesso a cariche prestigiose come la vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura o l’elezione a giudice della Corte Costituzionale, ruoli per i quali il suo nome era pure stato a più riprese proposto (l’ultima volta, appena quattro mesi prima della sua morte, da Antonio Di Pietro e l’Italia dei Valori); lo strisciante ostracismo di palazzo dimostrato nei suoi riguardi, spesso senza alcuna distinzione di segno o colore politico, ha indotto diversi commentatori e intellettuali a dure reazioni di sdegno, ingenerando aspre polemiche che sono proseguite anche dopo la sua morte. Promotore e socio fondatore, con altri professori di Procedura penale, dell’Associazione tra gli Studiosi del Processo Penale, ne rivestì anche la carica di segretario dal 1985 al 1997. Al momento della sua morte era uno dei tre membri italiani della Fondation Internationale Pénale et Pénitentiaire. Fu componente della direzione delle riviste Cassazione penale e della Rivista italiana di diritto e procedura penale e direttore della collana “Giustizia penale oggi” (Cedam) e della collana “Procedura penale” (Giappichelli); insieme a Giovanni Conso è stato curatore per la CEDAM del Commentario breve al Codice di Procedura Penale, nonché di un importante manuale sulla Procedura Penale, il Compendio di Procedura Penale, la cui ultima edizione era stata licenziata appena due mesi prima della sua scomparsa. Fu nominato nel 2010 socio onorario dell’associazione Libertà e Giustizia. Si è spento improvvisamente a Pavia il 4 dicembre 2010 a causa di una forma fulminante di leucemia. (https://it.wikipedia.org – 2019)

Giorgio Fiorentini. Professore associato di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche presso l’Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità (IPAS). Direttore del Master in Management delle aziende cooperative e imprese sociali non profit (NP&COOP). Docente senior dell’Area Public Management & Policy della SDA Bocconi. Membro del comitato scientifico della rivista Non Profit, Maggioli Editore. Membro del comitato medico-scientifico della rivista Vivere oggi del Comune di Milano. Membro del comitato scientifico della rivista Azienda Pubblica, Maggioli Editore. Fondatore e promotore della collana “Aziende non profit. Strategie, struttura e sistema informativo”, EGEA, Milano. Membro dell’editorial advisory committee di Health Marketing Quarterly e del Journal of Professional Services Marketing, The Haworth Press, Inc., Binghamton, New York. Membro del comitato scientifico dell’Unione Nazionale Imprese di Comunicazione, UNICOM. Membro dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria, AIES. Membro dell’Osservatorio Camerale Economia Civile, Camera di Commercio di Milano. Membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana Fundraiser di Forlì, ASSIFF. Membro del Consiglio di Gestione della Fondazione a sostegno della solidarietà sociale Umanamente, gruppo RAS. Membro del comitato etico di Coop Lombardia, Milano. Membro del comitato etico di Investietico, BPM Milano. Membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale. (http://faculty.unibocconi.it – 2019)