Ho detto basta

Testo rappresentato il 29 e 30 maggio 1999 al Teatro S. Chiara dalla Compagnia teatrale 3ATRO2

QUADRO DRAMMATURGICO
Hans Scholl, Willi Graf, Alex Schmorell e Christoph Probst sono studenti in medicina, mentre Sophie, l’unica donna e sorella di Hans, è studentessa in biologia e filosofia. Il prof. Kurt Huber è docente in scienza della musica e filosofia.

PRIMA SCENA: i ragazzi si ritrovano con il loro professore nel non-luogo delle anime, dopo la ghigliottina.
Si unisce a loro l’anima inquieta e tormentata del magistrato drammaturgo Ugo Betti, che vuole capire perché non ci sia stata alcuna pietà per i sei ghigliottinati.
Tutti insieme decidono di rivivere, in un flash-back etico e virtuale, gli ultimi giorni passati prima della ghigliottina, per permettere al magistrato di entrare nel personaggio del feroce giudice accusatore Roland Freisler, che li ha condannati a morte.

SECONDA SCENA: il magistrato Betti, sdoppiato nel giudice Freisler, indaga nella crudeltà dell’uomo, ma preso dal disgusto per l’evidenza del Male, si strappa di dosso la toga rossa dell’accusatore e rinuncia al confronto etico.

TERZA SCENA: viene ripercorso l’iter processuale con l’arringa del giudice accusatore Freisler, che si conclude con la condanna a morte per ghigliottina dei sei imputati. I colpi sono sette perché Betti sceglie di dire basta.

QUARTA SCENA: i ragazzi ricordano le fasi della loro attività di resistenza al nazismo, le lotte, le paure, le domande ma anche la loro amicizia e gioventù. Li raggiunge il magistrato drammaturgo Betti che indossa di nuovo la sua toga nera e che svela infine ai ragazzi la sua identità.

PERSONAGGI

I ragazzi della Rosa Bianca
HANS (Scholl) – 24 anni, studente
SOPHIE (Scholl) – 22 anni, studente
WILLI (Graf) – 24 anni, studente
ALEX (Schmorell) – 26 anni, medico tirocinante
CHRISTOPH (Probst) – 24 anni, studente
Il loro professore
KURT HUBER – 49 anni, professore all’Università di Monaco
Il magistrato-scrittore
UGO BETTI – 48 anni, magistrato scrittore e drammaturgo
Il giudice-accusatore
ROLAND FREISLER – 45 anni, presidente del Tribunale del Popolo
Altri personaggi
il bidello Jakob Schmid; Elisabeth sorella di Sophie

PROLOGO

(entra in scena il giudice accusatore Roland Freisler per leggere i dati degli imputati – intorno voci di giovani)

UN GIOVANE
… la casa della Chiesa non è nostra …
… stucchi … oro … puzza d’incenso …. e manichini intagliati …
Non è per noi!
ROLAND FREISLER (legge in tono meccanico una scheda)
Hans Scholl. Nato nel 1918. Religione evangelica. Padre sindaco. Facoltà di Medicina a Monaco. Interessi: letteratura, musica, teatro, arte. Sportivo, canta bene e suona la chitarra. Ghigliottinato a 24 anni.
UN GIOVANE
Il nostro Dio personale … ce l’ha ritagliato S. Agostino …
un Dio povero che vive contento dentro di noi …
ROLAND FREISLER
Sophie Scholl. Nata nel 1921. Sorella di Hans. Religione evangelica. Padre sindaco. Facoltà di Biologia e Filosofia a Monaco. Interessi: arte, musica, poesia. Sportiva, dipinge e ama ballare. Ghigliottinata a 22 anni.
UN GIOVANE
… dentro di noi … senza stucchi … né incenso … né Via Crucis dipinta. Vive sulla strada Lui … sulla strada della Passione …
ROLAND FREISLER
Willi Graf, detto Nurmi. Nato nel 1918. Religione cattolica. Padre commerciante di vini. Facoltà di Medicina a Bonn, e, dopo tre anni di richiamo al fronte, a Monaco. Interessi: geografia, musica, scherma e viaggi. Ghigliottinato a 24 anni.
UN GIOVANE
Claudel! Menti, vigliacco. Non è vero che “la vita è una grande avventura verso la luce…”. Non è vero!
ROLAND FREISLER
Alex Schmorell, detto Schurik. Nato nel 1917. Religione russo-ortodossa. Madre russa. Padre medico. Facoltà di Medicina a Monaco. Interessi: musica, pittura, scultura, poesia. Suona la balalajka. Ghigliottinato a 26 anni.
UN GIOVANE
Non è vero, Claudel, non è vero! La vita può anche essere un sentiero continuo dentro al buio …
ROLAND FREISLER
Christoph Probst. Nato nel 1919. Padre studioso di religioni orientali. Matrigna ebrea. Facoltà di Medicina a Monaco. Padre di due figli piccoli. Interessi: letteratura, filosofia, astronomia, sci. Ghigliottinato a 24 anni.
UN GIOVANE
… la Democrazia Pluralista … la Caduta dei Potenti … l’imborghesimento della Chiesa francese … Maritain, Haecker, Bloy … Sì, tutto giusto …
ROLAND FREISLER
Kurt Huber. Religione cattolica. Laurea in Scienze della Musica e Filosofia. Due figli, Birgit e Wolfi. Interessi: musica popolare bavarese, psicologia, diritto. Canta antiche canzoni popolari con voce da baritono. Ghigliottinato.
UN GIOVANE
Sì … tutto giusto … ma il sudore … la paura … la ghigliottina … la fine di tutto … la morte anche dentro?


SCENA I

(cinque ragazzi accovacciati in cerchio, ognuno con un libro in mano – la stanza è buia e una luce illumina di striscio ogni ragazzo quando legge – il silenzio è interrotto da grida di soldati tedeschi e dal crepitio del fuoco)

HANS
Un albero forse ci resta lungo il pendio.
Da rivedere ogni giorno.
Ci resta la strada di ieri.
ALEX
Chi è, Hans?
HANS
E’ Rilke, Alex.
ALEX
Le ombre ci sono a causa della luce.
Ma prima c’è la luce.
Hans, non mi ricordo chi è.
HANS
Non importa, Alex.
VOCI DELLE SS
Heil Hitler!
Führer! Führer! Führer!
CHRISTOPH
Ciò che lo spirito è, nella perfetta libertà e indipendenza della propria opposizione, ossia di autocoscienze diverse per sé essenti, costituisce l’unità loro: Io che è Noi, e Noi che è Io.
SOPHIE
Christoph, chi è?
CHRISTOPH
E’ Hegel, Sophie.
(braccia in divisa lanciano libri nel fuoco – crepitio)
VOCI DELLE SS
Heil Hitler! Führer! Führer! Führer!
(i ragazzi continuano a declamare senza scomporsi)
WILLI
Il mio cuore ebbe paura di invidiare quei disgraziati in fervida corsa verso l’abisso spalancato, che, ubriachi del proprio sangue, preferiscono alla morte il dolore e al nulla l’inferno.
Questo è Baudelaire.
VOCE FUORI CAMPO
E’ incredibile fino a che punto si debba ingannare un popolo per poterlo governare.
(la frase è stata ripetuta da tre voci diverse)
I RAGAZZI
E’ Hitler. Hitler. E’ Hitler.
VOCI DELLE SS
Fuhrer! Fuhrer! Fuhrer!
SOPHIE
Ognuno di voi sa di cosa sia capace l’odio paziente e vigile dei mediocri. Non ci sono forme inoffensive di bestialità.
HANS
Sophie, chi è?
SOPHIE
E’ Bernanos, Hans.
VOCE FUORI CAMPO
Soluzione finale: trasporto di materiale ebraico.
Materiale per il trasferimento degli ebrei: da trattarsi secondo le direttive per l’applicazione del trattamento speciale.
I RAGAZZI
E’ Eichmann.
VOCE FUORI CAMPO
Soluzione finale: trasporto di materiale ebraico.
I RAGAZZI
Eichmann!
VOCE FUORI CAMPO
Materiale per il trasferimento degli ebrei: da trattarsi secondo le direttive per l’applicazione del trattamento speciale.
ALEX
A dispetto di ogni violenza, tener duro.
WILLI
Chi è, Alex?
ALEX
E’ Goethe, Willi.
VOCE FUORI CAMPO
Credete con il Führer e con noi alla definitiva, totale vittoria del popolo tedesco?
VOCI (ovazione)
Sìì!
VOCE FUORI CAMPO
Quell’ora di idiozia. Se io avessi detto loro che dovevano buttarsi dal terzo piano, l’avrebbero fatto!
CHRISTOPH (si gira verso una figura di uomo che sta avanzando)
Ehi, professore! Professor Huber!
Ha sentito Goebbels?
Professore? Venga qui con noi, professore!
(avanza una figura di uomo in toga nera – sta leggendo un libro)
HANS
Chi sei?
IL MAGISTRATO
Sono un magistrato. (sospira)
Mi sento strano.
I RAGAZZI
Cosa leggi?
IL MAGISTRATO
Una storia vera. Cinque ragazzi tedeschi e il loro professore decapitati dai nazisti in nome della Libertà.
(li guarda Sono i ragazzi della Rosa Bianca. (riflette)
Ma voi chi siete?
I RAGAZZI (insieme)
I ragazzi della Rosa Bianca.
SOPHIE
(si avvicina ridendo al magistrato – gli prende il libro di mano – dà una scorsa alla pagina aperta) Sono io questa! (chiude il libro con forza)
(tono infantile da poesia recitata a memoria)
Se la politica è crudele, siamo solo vigliacchi se ci tiriamo indietro.
Ne muoiono tanti per la croce uncinata… è ora che qualcuno muoia perché è contro!
(Sophie si volta verso gli altri)
Via! Insieme!
I RAGAZZI (tono enfatico)
Noi non taceremo.
Siamo la voce della vostra coscienza.
IL MAGISTRATO
Io ho bisogno di voi.
Mi pensavo salvo. Salvo dentro. Invece siamo tutti colpevoli.
E io voglio sapere. Sapere da voi.
La paura passeggia col potere. Il mio alibi non regge.
Il mio pensiero, la mia scrittura, il mio teatro …
Io ho creduto che bastassero per denunciare. (pausa)
Ma non sono morto come voi per la mia coscienza.
HANS
Una fine orrenda è sempre meglio di un orrore senza fine.
Siamo tutti colpevoli.
(il magistrato si prende la testa tra le mani)
IL MAGISTRATO
La giustizia non è un surrogato della verità.
La religione degli uomini è capire l’uomo che sta nello squarcio buio.
HANS
Lo squarcio buio?
IL MAGISTRATO
Sì, il processo a noi stessi. Alla nostra coscienza. L’uomo prima assiste, poi vuole essere condannato perché la sua coscienza l’ha già fatto.
SOPHIE
Cosa ne hai fatto della toga?
IL MAGISTRATO (perplesso)
Come?
SOPHIE (dura)
Hai detto basta? (pausa lunga) Hai detto basta come ho fatto io?
IL MAGISTRATO (imbarazzato)
Ho portato il mio teatro verso la risposta all’inquietudine. E alla debolezza. Ho puntato il dito denunciando la colpa di tutti. (riflette)
Ma non ho detto basta. Non ho detto basta.
Io… io ho bisogno di voi. Il Male mi era intorno.
Lui ha partorito la mia pena. Compassione per tutti. Vinti e vincitori.
E non ho più visto. La colpa del mondo invece è fatta di tutti noi.
ALEX
In che modo possiamo aiutarti?
Il gioco è chiuso, ormai. Per te e per noi.
IL MAGISTRATO
C’è ancora tempo. Io voglio essere Freisler. Roland Freisler che vi ha condannato a morte per ghigliottina.
Io devo capire. Uno come me… Io che è Noi, Noi che è Io…
E voi, così giovani, con tutti i vostri libri… Vi ho sentiti, prima.
Hegel, Rilke, Goethe, Pascal, Baudelaire.
I RAGAZZI
Noi dobbiamo andare.
HANS
Sei sicuro di voler sapere, Roland Freisler?
WILLI
Roland Freisler.
ALEX
Ti dobbiamo lasciare.
WILLI
Il processo è domani.
CHRISTOPH
Per noi è lo stesso.
SOPHIE
Tocca a te, ora.

(buio)

SCENA II

In scena due toghe rosse: quella del magistrato che vuole capire e che porta una parte di sé sotto alla toga del giudice, e quella dello stesso accusatore.
Roland Freisler: quest’ultimo lentamente acquista spazio e forza in parallelo alla rinuncia definitiva del magistrato.

SOPHIE (è in cella, stesa sulla branda – parla tra sé)
Hans, fratello, non ti possono decapitare. Tu sei un soldato.
Il fucile per te. Con onore. La ghigliottina a me.
ROLAND FREISLER (punta la pila sulla ragazza e legge una scheda)
Sophie Scholl. Quarta di cinque figli. Maestra di scuola materna …
SOPHIE (lo interrompe)
Chi è?
IL MAGISTRATO/FREISLER
Sophie, sono Freisler. Il giudice Freisler.
SOPHIE
Cosa vuole da me?
IL MAGISTRATO/FREISLER
Voglio sapere.
SOPHIE (dura)
Non c’è niente da sapere. Lei non capirà mai nulla.
IL MAGISTRATO/FREISLER
Hai l’età di mia figlia. (pausa – voce più bassa)
Io amo l’ambizione più di lei. Cosa potevo fare di diverso?
L’Occasione ti sfiora una sola volta nella vita. Io l’ho presa.
Con tutt’e due le mani. Però…
SOPHIE (tagliente)
Però vuole anche avere una coscienza bianca. Impossibile!
Lei … tu, Freisler, tu. (sarcastica) Tanto dura poco, no?
Tu vuoi il piede in due scarpe. E’ troppo. Non si può.
Guarda noi. Abbiamo scelto. Fallo anche tu.
(buio su Sophie – è Hans sulla branda adesso)
ROLAND FREISLER (punta la pila su Hans)
Hans Scholl. Maturità nel 1937. Sergente nella campagna di Francia …
HANS (lo interrompe)
Cosa vuoi da me, Freisler?
IL MAGISTRATO/FREISLER
L’ho già detto anche a tua sorella.
Voglio sapere. Voglio sapere che parte di voi c’è in me.
HANS (ironico)
Se mai c’è stata! Rinuncia.
Noi abbiamo lanciato il sasso. (lunga pausa)
Il sasso inizia a rotolare. (lo provoca) Tu non lo fermerai.
Io ho paura. Se è questo che vuoi sapere. Ma ho scelto.
Adesso sono più tranquillo di prima.
Il Grande Accusatore dalla toga rossa è un piccolo venduto.
Niente di più. Ma se ti piaci …
Lasciami adesso. Voglio scrivere ai miei.
Riempi pure di sangue quella tua toga rossa. Del nostro sangue.
Manichino imbrattato.
ROLAND FREISLER (grida)
Attento, Hans!
HANS
Attento a cosa? (ride) Ormai …
Tu sei solo una piccola cimice ricolma di sangue.
Un ex comunista, forse. Che aveva degli ideali, forse.
Come noi cinque, forse.
Un ex comunista, questo gran Presidente della prima Sezione del gran Tribunale del Popolo. E se lo raccontassimo in giro?
Dì, come ti sentiresti, eh?
ROLAND FREISLER (sibilante)
Tu non lo farai!
HANS (afferra la manica della sua toga rossa)
Ti è rimasta solo questa! Sotto non c’è niente! Niente!
(buio – sulla branda c’è Christoph)
ROLAND FREISLER (punta la pila su Christoph)
Christoph Probst. Si sposa a 21 anni con Herta. Padre di due bambini…
CHRISTOPH (lo interrompe)
Chi è?
IL MAGISTRATO/FREISLER
Sono io. Roland Freisler. Il tuo accusatore.
CHRISTOPH
Perché è venuto da me?
IL MAGISTRATO/FREISLER
L’ho già detto agli altri. Voglio sapere.
CHRISTOPH
Prima si tolga di dosso quella lurida toga rossa. Poi parleremo.
(il magistrato/Freisler si toglie la toga)
CHRISTOPH
Così va meglio. (strafottente) Allora?
IL MAGISTRATO/FREISLER
Perché vuoi perdere tutto? Per cosa?
Fatemi capire!
CHRISTOPH (soprappensiero)
Non sapevo che fosse così semplice andarsene …
IL MAGISTRATO/FREISLER
Ho tolto la toga. Rispondimi adesso.
Ti ho chiesto: Per cosa?
CHRISTOPH
Siamo tutti colpevoli. La risposta è: per la mia coscienza.
Ho detto basta per la mia coscienza.
Si vede che lei … No. “Lei” vuol dire rispetto. Non è il caso di Roland
Freisler. Non è il caso del cinico servo del Führer. Non è il caso di questo piccolo acefalo urlante.
Lui, tu, la coscienza non ce l’hai. Tutto qui. Nient’altro.
Io non ho nulla da dire. E tu non hai nulla da capire.
IL MAGISTRATO/FREISLER
Nessuno si ricorderà di voi. Fatemi capire.
(interviene Roland Freisler che imita in falsetto i ragazzi)
ROLAND FREISLER
Noi non taceremo. (smorfia) Siamo la voce della vostra coscienza. (pausa)
Nulla serve a nulla. Conta solo l’urlo del Potere! (urla) Del Poteree!
(il magistrato/Freisler si rinfila la sua toga rossa)
IL MAGISTRATO/FREISLER (tono sconsolato)
Non servirà a nulla rinunciare a tutto …
(buio – sulla branda adesso c’è Alex)
ROLAND FREISLER (punta la pila su Alex)
Alexander Schmorell. Bilingue. Campagna d’Austria e Cecoslovacchia …
ALEX
Chi c’è?
IL MAGISTRATO/FREISLER
Sono io, Freisler. Non spaventarti, Alex. Io devo capire. L’ho già detto agli altri. Il tuo sangue è per metà russo. Sei figlio del mondo.
Neppure la voglia di spazi ti convince a mentire?
ALEX
Ho la musica, l’arte dentro di me. Ho la fantasia. Loro non morranno con il mio corpo. Me le porterò dietro nei cieli e tu, piccolo verme, non potrai farci nulla. Spegni quella maledetta pila. Subito, o m’impicco davanti a te con il cordone della tua toga. (gli strappa il cordone)
ROLAND FREISLER
Fermo, imbecille! Sei un imbecille. (si riprende il cordone)
ALEX (sarcastico)
Mio caro Roland, anche se tu mi facessi scappare, o … trovassi un cavillo per farlo … perché ti piaccio, no? (lo abbraccia alla vita ridendo), ti piaccio tanto tanto, no?, ti giuro che non saprei cosa fare ancora su questa terra.
(sulla branda c’è Willi – la pila di Freisler punta su di lui)
ROLAND FREISLER
Willi Graf. Sergente maggiore di sanità nella campagna di Francia …
WILLI (lo interrompe e fa un gesto come per scacciare una mosca – la pila cade a terra)
So già tutto. (pausa)
(fa il verso a Freisler) Voglio capire. Io voglio capire.
Ma bravo il nostro piccolo uomo del grande Führer. Ma bravo! … ma tu, (sarcastico) tu non sei neppure un uomo.
IL MAGISTRATO/FREISLER (tono basso)
Ero come te. Giovane e strafottente. Ma non sarebbe servito a nulla.
Il potere vuole gli schiavi.
ROLAND FREISLER (urla)
Io mi sono fatto schiavo!
IL MAGISTRATO/FREISLER
Vuole gli schiavi senza coscienza.
ROLAND FREISLER (urla)
Io mi sono tolta anche quella!
WILLI
Basta, adesso. Voglio leggere. Mi …
(il dialogo è interrotto da voci di SS)
VOCE DI UNA SS
Heil, Comandante. Siamo in missione. Dobbiamo chiarire alcuni particolari tecnici di queste prossime esecuzioni.
IL COMANDANTE
Dite, sono a vostra disposizione. Heil!
LA VOCE DI UNA SS
Vogliamo sapere con esattezza quando un impiccato o un ghigliottinato viene dichiarato morto e come si potrebbe prolungare la sua sofferenza. E’ per dare un esempio al popolo. Capisce? Un deterrente. (pausa)
Comandante, questi condannati a morte saranno impiccati o ghigliottinati?
(i condannati si muovono al rallentatore)
IL COMANDANTE
E’ prevista la ghigliottina. (tono enfatico) Per tutti.
LA VOCE DI UN’ALTRA SS
Allora, Comandante, ci spieghi esattamente come procede l’esecuzione per ghigliottina.
IL COMANDANTE
Oh, è molto semplice. Si tratta di travi verticali parallele e scanalate, e di una mannaia. Questa scorre veloce tra di esse e cade spiccando la testa al condannato steso bocconi col collo entro una lunetta.
(i condannati non ascoltano più ed iniziano a leggere ad alta voce la loro ultima lettera per la famiglia)
WILLI
Miei cari, voi parlate della mia tragedia. Ma non c’è dramma.
Affatto. Non credo di soffrire più di voi o della maggioranza delle persone. Dove non c’è dolore?
VOCE DI UNA SS
… prolungare la sua sofferenza. E’ per dare un esempio al popolo …
ALEX
Miei cari, sono ogni giorno più tranquillo. Tanto sereno da essere quasi contento. La giustizia mi è compagna.
ROLAND FREISLER (legge la scheda di Huber)
Kurt Huber. Incaricato dall’Accademia tedesca di musica popolare …
IL MAGISTRATO/FREISLER (raccoglie da terra una lettera e la legge interrompendo Roland Freisler)
E’ del prof. Huber. Cara Clara, miei piccoli Birgit e Wolfi, ho accanto a me una splendida pianta di rododendro e del buon vino. Bevo a voi, al vostro futuro e vi abbraccio forte. Vostro, libero per sempre, Kurt-papà.
ROLAND FREISLER (voce acuta)
Mio Führer, lei, il maggior uomo di giustizia e giudice del popolo tedesco, avrà nella mia persona, come Presidente del Tribunale del Popolo, un giudice che agirà per le sentenze del suo più alto tribunale politico come lei stesso, mio Führer, avrebbe fatto!
HANS
Miei cari, non ho nessun odio. Ho lasciato tutto dietro di me.
Vi bacio tutti.
SOPHIE
Uno deve pur essere il primo. Noi l’abbiamo fatto per gli altri che verranno dopo. Miei cari, saremmo pronti a rifarlo. Per morire due volte, se così deve essere. Vostra Sophie.
ROLAND FREISLER (urla)
Siete pazzi! Pazzi!
IL MAGISTRATO/FREISLER (voce bassa)
E’ inutile capire. Siete pazzi e ingenui.
ROLAND FREISLER (giubilante)
A domani. Al processo!

(buio)


SCENA III

Il magistrato si strappa di dosso la toga rossa. La lancia a terra. Toglie da un gancio la toga nera e se la infila. Il giudice accusatore fa la sua arringa.

FREISLER (si sta infilando la toga rossa)
Il Tribunale del Popolo, il Volksgerichtshof, sarà costituito d’ora in poi da due giudici di professione e da tre persone nominate dal nostro Führer tra i più fedeli al partito.
La parola dei tribunali speciali e del Tribunale del Popolo è l’ultima.
Essi hanno il potere di negare le testimonianze, limitare i diritti dell’imputato. La difesa dell’imputato non è più’ necessaria. (pausa)
“Oltraggio alla razza” esige la pena di morte. Per impiccagione o ghigliottina.
Una …(tono sarcastico) ‘sana sensibilità popolare’ è sufficiente per la condanna a morte. I nostri giudici sono eroi che stanno lottando per questo …
Si faccia entrare l’imputato Hans Scholl!
HANS (si guarda in giro)
Questo processo sembra un processo, ma non lo è.
FREISLER (irato)
Signor Scholl, nessuno le ha dato il permesso di parlare.
HANS (imperterrito)
Non lo è. Questo è un teatro. Un teatro di scimmie. (sorride fissando Freisler) Freisler, se lei è un isterico non è colpa mia né di nessun altro. E’ esclusivamente sua.
FREISLER (perde la calma – urla)
Favoreggiamento del nemico! Preparazione di alto tradimento!
Demoralizzazione delle forse armateee! (prende fiato paonazzo)
Lei, signor Scholl, deve tenere la bocca chiusa.
O (sibilante)… meglio, tra poco la terrà chiusa per forza.
Lei è un nemico del glorioso Reich. Ci sono le prove.
HANS
Ascolti, Freisler, ascolti, e cerchi di essere un po’ meno paonazzo di rabbia. Ascolti i testimoni. Sono qui in aula. (riflette)
E’ un mio elementare diritto, dottor Freisler!
FREISLER (sprezzante)
I testimoni della difesa non interessano al potente Reich.
Lei non ha più diritto a nulla, signore.
Con i vostri stupidi volantini, voi della Rosa Bianca, sì, die Weisse Rose, vi siete preparati la forca! Tutti!
(inizia la sua arringa)
Signori della Corte, ascoltate! Solo qualche parola di questi scritti criminali contro il nostro Führer distribuiti nelle nostre università. Sentite! “Fate resistenza … sterminiamo queste belve … sabotaggio … ogni parola di Hitler è una menzogna … staccatevi dal nazional-socialismo disumano … il nostro popolo contro l’asservimento dell’Europa al Führer”
Signori della Corte, tedeschi! Con la morte di questi criminali trionferà la giustizia nazionalsocialista! (pausa)
Si faccia entrare l’imputato Probst!
FREISLER
Lei, Christoph Probst, è un uomo non politico. (mellifluo)
Almeno così dichiara. E allora senta cosa le dico. Lei non è un uomo!
CHRISTOPH
Già, per lei, Freisler, l’uomo politico o è nazionalsocialista o è un traditore …
Lei non sa quel che dice, dottor Freisler!
FREISLER
Iooo, io sono Presidente del Tribunale del Popolo.
Iooo, (urla) so sempre quello che dico.
Lei, Probst, non avrà più tempo di dire sciocchezze del genere!
CHRISTOPH (voce in falsetto – imita Freisler)
Iooo sono presidente del Tribunale del Popolo… del Tribunale del Popolo…
FREISLER
Si faccia entrare l’imputato Kurt Huber… (sarcastico) il professor Kurt Huber!
FREISLER (sprezzante, punta il dito contro Huber)
Eccolo, questo “professore”. Eccolo qui.
Una delle macchie più sporche della nostra cultura. Un omuncolo, che ha perso gli onori accademici …
HUBER (lo interrompe)
Se vuole finisco io per lei … questo criminale che non può neppure chiamarsi tedesco, che non sa che lo Stato è tutto e il singolo niente… Ma, mi dica, Freisler, lei crede davvero a tutto quello che ci urla addosso?
FREISLER (si versa un bicchiere d’acqua – riprende a urlare)
Lei non mi deve interrompereee! Traditore da quattro soldi!
Ha pugnalato alle spalle il grande Reich!
HUBER (calmo)
E’ il mio Reich che ha tradito tutti i tedeschi togliendo la libertà al suo popolo. Io ho solo detto basta per ridare un senso alla parola “diritto”. Non altro. (pausa – silenzio totale)
HUBER (riprende sillabando lentamente)
Siamo tutti colpevoli. Io ho solo detto basta.
FREISLER
Le chiuderò quella maledetta bocca per sempre, signor (accentuato) Huber. Per sempreee!
HUBER
La chiuderò solo dopo il tonfo della ghigliottina. Nessun processo.
mi priverà della mia libertà finché respiro. (si guarda in giro)
Forse qui c’è poca memoria e soprattutto poca cultura: un nostro filosofo dell’Ottocentodiceva ai tedeschi: “Tu devi agire come se da te e dalle tue azioni soltanto dipendesse il destino delle cose tedesche e la responsabilità fosse tua”. (fissa Freisler sorridendo e continua come un disco rotto)
La responsabilità fosse tua… la responsabilità fosse tua … fosse tua …
FREISLER (urlando)
Non voglio sapere più niente! Io non conosco nessun Huber, nessun professor Huber! Solo l’imputato Huber! Un mezzosvizzero criminale!
(le sue urla vengono interrotte da un lungo applauso)
FREISLER(cambia tono di colpo – voce sdolcinata)
Signor Jakob Schmid, quale onore averla tra noi. Lei, bidello e custode dei giovani tedeschi, è un fulgido testimone dell’amor patrio. L’hanno applaudita tutti. Proprio tutti. (pausa)
Vede, signor Schmid, il Reich le è immensamente grato per la sua splendida delazione. (prende fiato)
Una delazione veloce, precisa, necessaria. Senza di lei, senza la sua spiata, questi (fa un gesto circolare verso gli imputati) traditori … (nuovo forte applauso) questi traditori, dicevo, sarebbero nelle nostre università a distribuire i loro sporchi volantini contro il nostro Führer.
Signor Schmid, noi sappiamo già cosa ha da dirci. Le risparmiamo anche questa fatica. E’ già tanto l’onore di averla tra di noi. (mellifluo)
Un bidello fedele al partito come lei merita una medaglia. L’avrà. Ne sia certo signor Schmid. Ieri i nostri studenti l’hanno acclamata da eroe.
Ne siamo tutti fieri. Heil! (altro applauso)
FREISLER
Entri l’imputato Alex Schmorell!
A noi, signor Schmorell! Lei è stato al fronte, no?
ALEX
Sì.
FREISLER
Contro chi ha sparato dunque?
ALEX
Contro nessuno. Non posso ammazzare nessuno. Né russo, né tedesco, né altri.
FREISLER (sarcastico)
Delira, Alex, delira. Cosa ci stava a a fare allora al fronte?
ALEX
Sono medico tirocinante. Forse se ci pensa un attimo di più ci può arrivare
da solo. Ci provi, almeno, dottor Freisler. Ci provi.
FREISLER (furibondo)
Sei uno zingaro, un mezzo russo che suona la balalajka.
Chiudi il becco. Non hai più nessun diritto a nulla.
Si faccia entrare l’imputata Sophie Scholl!
SOPHIE
E allora?
FREISLER (saltando in piedi dalla rabbia)
Signorina Scholl, le domande le faccio io. Non lei. Capitoo?
SOPHIE
Ho capito perfettamente che lei non sa controllare i suoi nervi, dottor
Freisler. Non credo di avere altro da capire.
FREISLER (urlando)
Ammette, signorina (con disprezzo), di aver perseguito attività di volantinaggio al fine di tradire la patria?
SOPHIE (molto calma)
Quello che stiamo dicendo noi della Rosa Bianca lo scrivono e pensano in molti. La differenza tra noi e loro è che noi abbiamo avuto il coraggio di dirlo anche ad altri. Non solo a noi stessi. Tutto qui.
FREISLER
La condanna è a morte.
Si faccia entrare l’imputato Willi Graf!
FREISLER (agitato)
Signor Willi Graf, la pena di morte è certa anche per lei. Ma forse può commutarla se si decide a sconfessare gli altri. Allora?
WILLI
Scusi, non no sentito bene. Può ripetere?
FREISLER (perplesso)
Se lei nega, può salvarsi, signor Willi Graf.
WILLI (lo interrompe)
L’unica cosa che conta è sapere che ci sono uomini e donne che la pensano come noi. Tutto il resto è inutile.
Quello che lei fa è inutile. Quello che dice il suo Führer è inutile.
(volta le spalle a Freisler). Adesso basta. Sono stanco.
FREISLER (urlando)
Tu hai tradito e mi volti le spalleee? Non ti sentirai più stanco, tra poco. Per sempre, signor (sarcastico) Willi.

(buio)

(silenzio totale – sei violenti colpi di ghigliottina a breve distanza l’uno dall’altro)
UNA VOCE
Viva la libertà!

(luce – il magistrato in toga nera percorre il proscenio tendendo le braccia verso le quinte – un settimo fortissimo colpo di ghigliottina)

VOCE FUORI CAMPO
Pratica espletata senza inconvenienti.
Le sette esecuzioni hanno avuto durata media di un minuto e undici secondi dall’abbandono della cella.
Undici secondi dalla consegna al boia fino al tonfo delle ghigliottina.
I criminali non hanno opposto resistenza.
La ghigliottina ha funzionato con precisione.
Non sono da riferire inconvenienti né fatti degni di nota.

(buio)

SCENA IV

Un ultimo incontro nel non-luogo delle anime: spezzoni di flash-back si insinuano tra i dialoghi.

 (nello sfondo un muro bianco e la scritta LIBERTA’ tracciata a mano)

SOPHIE

Guarda la nostra scritta. E’ nera di catrame. Hans, ti ricordi?

(buio improvviso – Hans scompare – con Sophie c’è la sorella Elisabeth)

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SOPHIE

Elisabeth, non possiamo star ferme.

… il faut avoir l’esprit dur et le coeur tendr …

Maritain mi ha insegnato ad essere dura. (pausa – riflette)

E adesso mi dico che bisogna scrivere sui muri contro di loro!

ELISABETH

Ho una matita in tasca.

SOPHIE

Sciocca, sui muri si può scrivere solo col catrame!

ELISABETH

Ma … Sophie, sei matta? E’ pericoloso … come fai solo a pensarlo?

SOPHIE

La notte è amica della libertà …

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(buio – scompare la ragazza – c’è di nuovo Hans vicino a Sophie)

HANS

Sophie, ma perché mi hai chiamato?

SOPHIE

Hans, siedi qui. So che c’eri tu dietro a quel primo volantino.

E’ veramente …’volato’ dappertutto. Ti ho riconosciuto.

HANS

Come hai fatto ad accorgertene?

SOPHIE

Un po’ maschilista, questo fratello. Siamo uguali, tu ed io. (pausa)

E io non ho paura. Anzi, forse sono io la più forte. Ho più coraggio di te…

(gli prende la mano)  Ma siamo stati uniti nella lotta!

Fratello e sorella – uomo e donna! (ride)

Hans, hai saputo della manifestazione?

HANS

No, dimmi.

SOPHIE

Il gerarca all’assemblea … penoso … ha detto alle studentesse che “farebbero meglio a stare a casa per regalare figli al Führer”!

Si sono ribellate tutte e le hanno arrestate. Ma i maschi sono corsi alle prigioni… urlavano, minacciavano, così le hanno rilasciate.

Hans, noi donne abbiamo il diritto di poter lottare contro la dittatura. Da qualsiasi parte venga. (lo squadra di traverso – abbassa la voce)

Anche da voi. Dai maschi più amati.

HANS

Sì, penso che tu abbia ragione; Sophie (le accarezza una guancia), vedi quanto devo ancora imparare da voi?

SOPHIE (ridacchia)

Perdonato! Ma non te ne farò passare liscia nemmeno una di sciocchezza.

Sai cosa ho pensato quando ho avuto le prime mestruazioni?

HANS

No, figurati quanto lo posso immaginare! Sono alla scuola materna in questo campo. Dai, dimmi.

SOPHIE

Ero lacerata. Ero fiera come una regina, ma nello stesso tempo incavolata. E sai perché?

HANS

No, Sophie.

SOPHIE

Perché non è giusto che anche voi non paghiate il vostro tributo mensile di sangue … (pausa)

Hans, ti sembro ridicola?

HANS

Purtroppo mi fai pensare. E sai che(la allaccia alla vita ridendo) quando incomincio a riflettere … chissà, potrei anche cambiare sesso, tanto sei convincente!

HANS

Sophie, io volevo portare l’ultimo volantino dentro all’università. Gli altri hanno detto no. Un suicidio. Hanno detto.

SOPHIE

Io ti ho detto sì invece. Durante le lezioni del mattino. Nei corridoi vuoti.

HANS (l’abbraccia)

Sei stata benvenuta, sorella. (abbassa la voce) Grazie.

SOPHIE (siede schiena contro schiena)

Hans?

HANS

Sì?

SOPHIE

Sto pensando a te ragazzino. (voce enfatica) Caapodrappellooo di una squadra della gioventù hitleriana!! Un piccolo della tua squadra tiene dritta una bandiera fantasiosa confezionata da te e dai tuoi.

HANS

Era un animale fantastico. Il nostro totem. Ma il comandante che passa in rassegna le squadre urla che le bandiere devono avere tutte la croce uncinata.

SOPHIE

Il ragazzino stringe il vessillo della sua squadra. Il comandante gli intima di consegnargliela. Il piccolo si rifiuta. Tu affronti il gerarca.

HANS

Certo, esco dalle righe e lo prendo per la collottola. Ci avvinghiamo.

SOPHIE

Tu gli molli un ceffone. (ridono insieme)

HANS

Ero già ‘io’. Ma … non doveva venire Christoph?

(si illumina una figura che avanza)

CHRISTOPH

Ehi! Mi fischiano le orecchie. Stavate parlando di Columbus ‘il bernoccoloso’?

SOPHIE

Sì, siediti. Stiamo ricordando. Vedi, Christoph, il tuo è stato un destino in un certo senso diverso. Se Hans non si fosse dimenticato in tasca la bozza strappata del volantino preparato da te, tu ce l’avresti fatta.

CHRISTOPH

No, il nostro destino doveva essere quello! E’ stata solo questione di tempi. Noi abbiamo deciso … solo noi. E ci siamo dati appuntamento per ‘dopo’. Vi ricordate? Tutti in corridoio per l’ultima sigaretta.

HANS

Ci siamo guardati negli occhi. Christoph, tu hai detto “tra poco ci ritroviamo insieme nell’eternità…”. Ed eccoci qui. (pausa)

Christoph?

CHRISTOPH

Sì, Hans?

HANS

Ti piaceva il firmamento. Avevi tutti quegli aggeggi strani che usavi di notte, col naso perso fra le stelle …

Adesso non hai più bisogno degli strumenti. (ridacchia)

Ci sei, in mezzo alle stelle. Stai volando tra gli astri.

Ma te ne rendi conto? Guarda, la Via Lattea ti circonda, ti abbraccia, ti avvolge. Miriadi di luci, Christoph … si può desiderare di più?

SOPHIE

Sentimentaloni. Chi manca adesso? Dove sono Alex e Willi?

(avanza la figura dinoccolata di Willi)

WILLI

… provi l’uomo ogni cosa … impari ad esser grato per tutto e comprenda la libertà di volgere il suo cammino dove egli voglia…

I RAGAZZI

Chi è?

WILLI

Mi fate sempre perdere la pazienza. Ma è Hoelderlin, no?

Lo devo rileggere spesso quando mi arrabbio. E adesso sono arrabbiato.

I RAGAZZI

Perché?

WILLI

L’hanno applaudito. L’hanno applaudito.

I RAGAZZI

Chi?

WILLI

I nostri compagni studenti hanno applaudito il verme-bidello.

Quando i nostri corpi non erano ancora diventati freddi.

Lo hanno festeggiato. Festeggiato per il coraggio. E lui si schermiva.

(un silenzio improvviso accoglie Alex che arriva correndo)

ALEX

Ho sentito. Ho sentito. Non disperatevi. Adesso vi racconto il seguito.

(si sente qualche nota di balalajka)

Gli americani l’hanno condannato a cinque anni. Quando tutto è finito. E lui ha cercato di salvarsi dicendo che l’avrebbe fatto anche se avessimo buttato a terra la carta di formaggio invece dei volantini.

Che era questione di ordine e basta. Non sapeva, il bastardo, che si trattasse di politica. (risate di tutti i ragazzi)

HANS

Ci hai fatti ritornare di buon umore; suona ancora un po’ la balalajka. E … hai altre notizie divertenti da darci?

ALEX

Sì, ne ho una molto carina.

Il nostro amato. Il nostro feroce. Il nostro imbecille in toga rossa, Roland Freisler l’Accusatore … (si ferma per tenerli in sospeso)

I RAGAZZI

Dai, stringi!

ALEX (molto lentamente)

Lui, proprio lui, in persona … (ridacchia)

I RAGAZZI

E daii!

ALEX

E’ morto di paura prima che gli americani lo incarcerassero.

Bella, no?

SOPHIE

E’ notevole, Alex. Ma adesso suonaci la tua balalajka.

(buio – in sottofondo una musica classica – una testa d’uomo di creta su un piedistallo)

WILLI

Eccoci tutti qui. Con la nostra musica. Come … laggiù.

Con i nostri fogli, il carboncino, la sanguigna, le tele, la creta molle.

Alex, non vedi che si sta asciugando? Dai, lascia perdere la droga musicale e versaci sopra un poco d’acqua. Altrimenti si crepa.

Mi crepo. Sei il solito svanito. Io, il mio ritratto, lo voglio vero.

Capisci? E per sempre, anche per l’aldilà. (i ragazzi ridono)

(buio – luce su Alex e Hans)

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ALEX

Cosa ne facciamo adesso?  Guardalo … non è più un uomo.

Chissà da quanto tempo se ne sta solo sulla terra fredda …

Hans, io gli rimetto vicino il suo braccio e tu … ti prego, fallo tu, io non ce la faccio … tu gli appoggi la testa su quel collo sfrangiato di sangue nero…

HANS

E tutti quei vermi? Loro sono vivi su di lui.

Brulicano impazziti. Ne hanno da mangiare per un bel po’…

(riflette) Sì, la testa gliela rimetto a posto io.

Alex?

ALEX

Sì?

HANS

Il professor Huber dice sempre che l’arte porta serenità al mondo.

(respira a fondo) Io sono molto stanco e non so dov’è adesso l’arte.

Non qui, dentro alla terra, sotto questo povero corpo di soldato russo smembrato. E neanche nella notte chiara per la luna.

E neppure dentro di me, Alex. Capisci?

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(luce su tutti i ragazzi)

WILLI

Allora, Alex, perché stai lì immobile? (tagliente)

Vuole, caro dottor Schmorell, altrimenti detto “Schurik”, versare della santa acqua sul mio splendido viso di creta? Sì o no?

ALEX

Egregio dottor Graf, lei non può strapparmi così bruscamente dai miei eventi terreni. Io rischio seriamente di … ‘discombombolarmi’.

(risate dei ragazzi)

SOPHIE

A proposito, e il magistrato?

HANS

Avevamo appuntamento qui.

WILLI

E aveva detto che non sarebbe mancato per nulla al mondo!

(i ragazzi si guardano e ridono)

HANS

Se stiamo alla lettera la frase non ha ragione di sussistere.

CHRISTOPH

Anche lui è fuori dal mondo come noi.

WILLI

Non abbiamo problemi di tempo. Lo aspetteremo.

Qui si sta bene. Si sta tutti molto bene.

(nel sottofondo il canto di una vecchia canzone popolare tedesca)

Il Prof. HUBER

Ragazzi, zitti. (accompagna il canto tedesco e i ragazzi applaudono)

(arriva il magistrato in toga nera – i cinque ragazzi sono accovacciati per terra – ognuno ha in mano un libro)

IL MAGISTRATO

Hans, cosa leggi?

HANS

Mi sento strano. Una storia vera.

IL MAGISTRATO

Di chi?

HANS

Di un magistrato drammaturgo.

IL MAGISTRATO

Christoph, cosa leggi?

CHRISTOPH

Mi sento strano. Leggo di uno scrittore che giudicava gli uomini e se stesso.

IL MAGISTRATO

Sophie, e tu cosa stai leggendo?

SOPHIE

Mi sento strana. Una storia vera.

IL MAGISTRATO

Chi è?

SOPHIE

Un uomo in toga che parlava agli altri scrivendo di teatro.

IL MAGISTRATO

E voi due, Alex e Willi?

Avete un solo libro in due. Di chi parla?

ALEX

Di uno scrittore che voleva essere giusto.

WILLI

Mi sento strano. Assomiglia un po’ a noi.

IL MAGISTRATO

Chi è?

WILLI

Ugo Betti.

I RAGAZZI

Ma tu chi sei?

IL MAGISTRATO(pausa lunga)

Io sono Ugo Betti. (i ragazzi lo abbracciano)

Ragazzi, io ci ho provato laggiù. Con la toga rossa.

HANS

Abbiamo visto. Ma hai voluto seguire la nostra sorte. I colpi della ghigliottina sono stati sette. Ce ne è stato uno in più.

SOPHIE

Hai visto che ti abbiamo conservato la tua toga nera? L’hai ritrovata qui come se non fosse successo nulla. E l’hai indossata di nuovo.

ALEX

E invece ti è successa una cosa molto importante. No?

UGO BETTI

Sì, molto importante. (li accarezza ad uno ad uno – poi riprende)

Prima scrivevo che il teatro deve costringere il secolo a guardare in se stesso, ad illuminarsi, a ribellarsi magari. (pausa)

Ma mi mancava il settimo colpo della ghigliottina. Adesso il cerchio si è saldato. Prima era solo una maglia rotta. (la luce si affievolisce – buio)

VOCE FUORI CAMPO

E allora considerai felici coloro che erano morti,

più dei vivi che ancora possedevano la vita.

LA VOCE DEI RAGAZZI

Ugo, chi è?

(sipario)