L’Africa e il cristianesimo

Agbonkhianmeghe Orobator, gesuita nigeriano, responsabile della Compagnia di Gesù per l’Africa e il Madagascar, battezzato a 16 anni, è stato protagonista dell’incontro dal titolo L’Africa e il cristianesimo che si è tenuto a Brescia venerdì 20 settembre 2019 alle ore 18.00 in Sala Bevilacqua (via Pace, 10). L’evento è stato promosso da Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, Padri della Pace, EMI, Missione Oggi, Centro Migranti e Acli provinciali di Brescia. A partire dal suo libro Confessioni di un animista. Fede e religione in Africa (Editrice missionaria italiana, pp. 248, euro 23,00), primo suo volume ad essere tradotto in italiano, Orobator – in dialogo con Chiara Brivio, responsabile dell’Ufficio stampa di EMI – ha parlato sul futuro del cristianesimo in Africa e sul suo contributo alla Chiesa globale, affermando che è necessario un radicale cambiamento di prospettiva riguardo alle tradizioni religiose africane, abbandonando le categorie di primitivismo e di arretratezza culturale che per secoli sono state loro affibbiate, persino dagli stessi missionari. Al contrario, secondo il gesuita l’animismo «costituisce la base o sottoscrittura della coscienza religiosa degli africani» sulla quale di sono innestati islam e cristianesimo. Figlio di due devoti animisti, cresciuto con «una stanza delle medicine» tra rituali e abluzioni, Orobator ha ricordato che è proprio la sua esperienza personale di «convertito» al cattolicesimo e di «africano» ciò che gli permette di ritrovare nella vitalità e nella spiritualità del continente il contributo essenziale che il cristianesimo africano potrà dare alla chiesa globale – «la religione africana ha qualcosa da insegnare alla chiesa nel mondo» afferma –. Durante la serata il gesuita nigeriano ha parlato anche della crescita del cristianesimo in Africa, di ecologia e del ruolo delle donne. Secondo Orobator, l’esponenziale aumento dei cristiani africani (si stima che nel 2040 i cattolici saranno circa 460 milioni – il 24% della popolazione del continente –) non può essere spiegato soltanto dagli alti tassi di fertilità, ma soprattutto dalla fervente religiosità e dalla vitalità del loro modo di vivere la fede che hanno reso la religione uno «stile di vita». Una vitalità che sicuramente – Orobator ne è convinto – sarà in grado di portare una «rianimazione spirituale» dal Sud al Nord del mondo, dove invece le chiese sono sempre più vuote. L’animismo molto ha da insegnare al cristianesimo e all’islam anche riguardo all’ecologia e al rispetto dell’ambiente: «Le tradizioni religiose dell’Africa offrono quella sana spiritualità necessaria a coltivare le virtù ecologiche indispensabili a realizzare l’obiettivo di “salvare il pianeta”», sottolinea Orobator. «La convinzione che la persona umana e il cosmo sono in connessione vitale e che influenzano e dipendano l’uno dall’altro», che sono alla base della visione animista dell’universo, portano naturalmente al rispetto della natura, alla difesa dell’ecologia e delle stesse relazioni familiari. Una concezione che molto ha in comune con il concetto di ecologia integrale sviluppato da papa Francesco nella Laudato si’: un monito per tutti i cattolici sul fatto che la salvaguardia del creato non può essere scissa dalla difesa della vita umana. La riflessione del teologo nigeriano, tuttavia, non si è fermata qui. Ha sottolineato infatti anche al ruolo delle donne nella società africana e nella chiesa stessa, rilevandone forti criticità: dalla permanenza di una mentalità «patriarcale e clericale» che poco spazio dà alle donne, soprattutto a livello istituzionale, alla discriminazione di genere. Orobator chiede per le donne una «leadership in ogni ambito della chiesa e della società» poiché «le donne costituiscono un’eroica fanteria che può portare speranza, trasformazione e cambiamento».

Agbonkhianmeghe E. Orobator, gesuita nigeriano, è il responsabile della Compagnia di Gesù per tutta l’Africa. Già rettore dell’Hekima University College di Nairobi, considerato uno dei teologi più brillanti a livello internazionale, è membro del «Boards of Directors» della Georgetown University di Washington. Tiene interventi e conferenze in tutto il mondo. Confessioni di un animista. Fede e religione in Africa (Emi) è il suo primo volume tradotto in italiano.