Laicismo, marxismo e cultura cristiana

Lunedì 6 giugno 1977 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia il filosofo Italo Mancini ha parlato sul tema: “Laicismo, marxismo e cultura cristiana” su invito della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura e della Rivista Madre.

Italo Mancini (1925-1993) si è formato all’Università Cattolica di Milano alla scuola di Gustavo Bontadini (ordinario di Filosofia e poi di Filosofia del Diritto nell’Università di Urbino). Fondatore dell’Istituto Superiore di Scienze religiose, fu l’unico a rappresentare il coraggioso ritorno della teologia nell’Università italiana, dopo un secolo e mezzo di estradizione e volontario esilio. Ha introdotto D. Bonhoeffer (Bonhoeffer, 1969; Studi introduttivi all’Etica e a Resistenza e Resa, 1969), a ridosso della contestazione studentesca, che ne sentì l’influsso in modo consistente. Tra i filosofi, ha dedicato massima cura a Kant, genio della domanda metafisica (Guida della Ragion pura, 1982). La sua Filosofia della religione ha aperto una strada molto frequentata in questo campo di studi, stabilendo in modo rigoroso quale e quanta filosofia il kerigma sopporti, senza nessuna filosofia. A questo tema va congiunta la Filosofia della prassi(1986) e, con visione globale, L’Ethos dell’occidente (1989): così vengono indicate le due linee della sua elaborazione filosofica. Quella teologica, come fedeltà al senso “paradossale” di Dio (Pascal, Doestoevskij, Barth), rigorizzata come logica dei “doppi pensieri”, e quella giuridica, come fedeltà alle forme etiche, nel preciso nesso, stabilito da Hegel, di morale e diritto. Pensatore presente ai fronti di lotta della gente, Mancini ha portato avanti un confronto spregiudicato con le culture, soprattutto con quella marxista (in rilievo Ernst Bloch), particolarmente con Teologia, ideologia, utopia (1974), Novecento Teologico (1977), Il pensiero negativo e la nuova destra (1983), dove emerge il criterio delle dignità delle ideologie e l’indicazione della prassi efficace per alleggerire la terra. Nell’opera postuma Diritto e Società (1993) è ricorrente il tema dei diritti umani e cosmici, dei diritti all’utopia e alla resistenza della pace e delle democrazia, in cui si sogna “il sogno diurno di una società pacificata”.