L’Est e l’Ovest per la pace e i diritti dell’uomo

Per il ciclo di conferenze “Pace, diritti dell’uomo e sviluppo dei popoli” (VI edizione) proposto dal Comune di Brescia – Assessorato ai Servizi Sociali e dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura il 14 novembre 1989 alle ore 20,45 nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia, Aleksandr Men’, teologo della chiesa ortodossa e parroco a Mosca, ha parlato sul tema: “L’Est e l’Ovest per la pace e i diritti dell’uomo”.

Autore: padre Romano Scalfi – Fonte:CulturaCattolica.it (2019): il 9 settembre 1990 veniva ucciso il sacerdote ortodosso p. Aleksandr Men’ sulla strada che portava alla chiesa. L’assassino è rimasto tutt’ora ignoto. Per scoprirlo furono interrogate 800 persone. Otto persone si sono presentate spontaneamente alla polizia dichiarandosi autori manuali del delitto, ma non riuscirono a dimostrare la loro colpevolezza. Operazione orchestrata dalla stessa polizia per celare il vero colpevole? Mistero! Un mese prima della sua morte padre Aleksandr si trovava a Seriate, ospite di Russia Cristiana, ospite abituale dai temi della perestrojka, amico caro e prezioso fin dai tempi della clandestinità. Il giorno della partenza, lasciandoci, uscì inaspettatamente con parole che ci colpirono, ma che rifiutammo di credere: “Non ci vedremo più…Sento che il Signore mi chiama”. Era nel pieno delle forze, missionario instancabile ed affascinante, l’uomo fatto “su misura” per ridestare la fede in Russia. Il metropolita Kirill di Smolensk scrisse di lui: “Il padre Aleksandr Men’ fu un missionario che ha portato a Cristo molti suoi connazionali, facendo superare nelle loro anime il mito del contrasto fra scienza e fede, religione e cultura”. Il 9 settembre scorso a Mosca è stato ricordato il quindicesimo anniversario della sua morte. Durante la serata organizzata in sua memoria, intervennero il metropolita Juvenalijj, il figlio Michail Men’ vicesindaco di Mosca ed altri intellettuali ed amici La giornata si concluse con un concerto diretto da Vladimir Spirakov, già figlio spirituale di padre Men’, con la partecipazione dell’orchestra nazionale della filarmonica di Mosca. Riportiamo l’intervento del Metropolita Juvenalij. Un intervento che ci è parso alquanto generico. Probabilmente per non urtare la sensibilità di certi ambienti ortodossi che guardavano con sospetto alla personalità di padre Aleksandr sia per la sua origine ebraica, come per la sua apertura ecumenica.

«Cari amici, amati fratelli e sorelle, siamo venuti alla serata dedicata alla memoria di padre Aleksandr Men’. Eminenti artisti sono venuti ad offrire il tributo di omaggio al pastore della Chiesa. Si tratta indubbiamente di un avvenimento importante nella nostra vita sociale che testimonia i mutamenti profondi avvenuti in Russia negli ultimi quindici anni. La persona del sacerdote viene oggi considerata in modo del tutto diverso che a metà del secolo scorso. Allora la propaganda cercava di convincere la gente che il ministro del culto era un relitto dannoso destinato a scomparire. Oggi invece la gente di chiesa gode di rispetto e di autorevolezza in conformità alla loro grande opera che svolgono. Padre Aleksandr una volta disse che duemila anni non sono che un momento per l’attuarsi dell’ideale cristiano. Veramente possiamo essere d’accordo che noi siamo soltanto a metà strada del cammino che conduce alla beata realtà dell’eternità. Acquista quindi una particolare importanza il compito della fede che si realizza nella cornice della vita umana in questa terra limitata dalla inesorabile cornice del tempo. Le varie epoche evidentemente propongono ai cristiani differenti problemi. Tuttavia il fondamento per risolverli rimane uno: una fiducia robusta nell’aiuto del Signore e il permanere saldi nella fede. Ricordiamo la parola di S. Paolo: “Prendete l’armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. Tutta la storia della nostra Chiesa, come molte pagine della storia patria. (Proprio quest’anno festeggiamo il giubileo della battaglia di Kulikovo e la vittoria della Grande Guerra Patriottica) testimoniano della grandezza dell’impresa gloriosa dell’amore, quando la gente seppe sacrificare la propria vita per amore del prossimo. Così con la fede ortodossa di molte generazioni è stata illuminata la nostra Patria molto sofferente, sapendo sopportare le prove più terribili. Come diceva padre Aleksandr: “Nel cristianesimo c’è la santificazione del mondo, la vittoria sul male, sulle tenebre, sul peccato. Questa è la vittoria di Dio. Essa è iniziata nel giorno della Risurrezione e continua finché ci sarà il mondo”».