Lezioni di Filosofia. Pensatori del Novecento: Edmund Husserl

Il 1° aprile 2011 a Brescia, Sala Bevilacqua, via Pace 10, alle ore 18 il prof. Virgilio Melchiorre ha inaugurato le Lezioni di filosofia (IX edizione) parlando sul tema: “Pensatori del Novecento: Edmund Husserl”.

Husserl (1859-1938) nasce in Moravia e studia a Vienna matematica con Weierstrass e psicologia con Brentano. Insegna nelle università di Gottinga e Friburgo ed è il fondatore della fenomenologia, corrente fondamentale della filosofia contemporanea che egli espone con successivi approfondimenti in opere come Ricerche logiche (1900-1901), Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica (1913), Meditazioni cartesiane (1931) e La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale (1936). Ha lasciato un vastissimo corpus di appunti e inediti che solo gradualmente, dopo la guerra, hanno cominciato ad essere pubblicati. Husserl intende affermare la filosofia come scienza rigorosa e si propone di “tornare alle cose stesse”, abbandonando però la “sicurezza” della rappresentazione naturale e ingenua del mondo. A questo scopo utilizza l’epoché, attraverso la quale, messo tra parentesi il mondo, cogliamo un residuo fenomenologico che è irriducibile al mondo stesso: la coscienza, intesa come intenzionalità, ovvero come coscienza dei fenomeni che in essa si manifestano nel loro significato autentico. L’ultima fase della sua riflessione è caratterizzata dal problema della crisi delle scienze europee, ritenute incapaci di fornire risposte al problema del senso dell’esistenza umana. Assecondando i processi di tecnicizzazione, la scienza si è svuotata di senso e ha perso ogni legame con i suoi fondamenti. Deve, perciò, tornare al mondo-della-vita, a una realtà “precategoriale”, nella quale soltanto possono trovare giustificazione i concetti e i modelli di spiegazione delle scienze particolari.

Virgilio Melchiorre è nato a Chieti nel 1931. Ha insegnato filosofia morale presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Venezia. In qualità di professore ordinario, ha poi professato la stessa disciplina presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università Cattolica di Milano, dove in precedenza aveva insegnato filosofia della storia. Attualmente nello stesso ateneo, presso la Facoltà di lettere e filosofia, insegna filosofia teoretica. Nell’ambito della stessa Facoltà ha diretto, dal 1967 al 1995, la Scuola di specializzazione in Comunicazioni Sociali. Presso l’Editrice “Vita e Pensiero” dirige le pubblicazioni del Centro di Metafisica per la sezione Metafisica e storia della metafisica. Sin dai suoi primi saggi, dedicati dopo la metà degli anni Cinquanta a Kierkegaard, ha sempre coniugato l’interesse esistenziale con quello più propriamente metafisico. Il punto d’incontro fra queste due tensioni si è via via precisato nell’ordine della coscienza storica, colta nelle sue strutture essenziali e, infine, nel rapporto utopico con un télos assoluto. L’analisi della progettazione storica e la ricerca sulle condizioni di possibilità della coscienza utopica dovevano poi portarlo a studiare la vita dell’immaginario e del simbolismo, quale ambito della mediazione storica e della stessa mediazione metafisica. Su questo sfondo, all’incontro con la filosofia di Kant e con le tematiche della fenomenologia husserliana, ha poi dato forma organica al suo pensiero, articolando ad un tempo l’analisi trascendentale della coscienza e la problematica del fondamento. Per questa via e anche sul filo della tradizione classica, contro le pregiudiziali del neopositivismo e dello strutturalismo, ha poi potuto riproporre la distinzione radicale fra essere ed ente e quindi la stessa possibilità della trascendenza metafisica. Di quest’ultima ha trattato per un verso attraverso l’esercizio rigoroso dell’argomentazione, ma per altro verso delineandone i più concreti percorsi espressivi: nel primo senso l’asserto del Fondamento o dell’Assoluto poteva, infatti, ben essere indicato riflessivamente come una modalità originaria della coscienza e, in definitiva, come l’ultima condizione di possibilità per ogni movimento coscienziale; nel secondo senso, una concreta dicibilità dell’Essere doveva peraltro affidarsi, nei modi storicamente determinati, alla funzione simbolica dell’immaginazione storica e poetica. La pratica dell’esercizio ermeneutico lo ha portato recentemente ad una più precisa coniugazione dei due piani, sino a delineare un vero e proprio circolo virtuoso fra riflessione teoretica e manifestazione simbolica dell’essere.

Fra i suoi scritti, oltre a numerosi articoli, si possono ricordare i volumi: Arte ed esistenza, Firenze 1956; Il metodo di Mounier, Milano 1960; Il sapere storico, Brescia 1963; La coscienza utopica, Milano 1970; L’immaginazione simbolica, Bologna 1972; Metacritica dell’eros, Milano 1977, 1987; Ideologia, utopia, religione, Milano 1980; Essere e parola, Milano 1982, 1984, 1990, 1993 (quarta ed. integrata e ampliata), Corpo e persona, Genova 1987; Studi su Kierkegaard, Genova 1987, 1998 (seconda edizione ampliata); Analogia e analisi trascendentale. Linee per una nuova lettura di Kant, Milano 1991 (opera insignita nel 1990 del “Premio Mursia per la cultura e la ricerca scientifica”); Figure del sapere, Milano 1994, La via analogica, Milano1966; Creazione, creatività, ermeneutica, Brescia 1997; I segni della storia, Ghezzano La Fontina, 1998; Al di là dell’ultimo, Milano 1998; Sulla speranza, Brescia 2000; Ethica, Genova 2000. (www.emsf.rai.it – 2014)