Lezioni di Filosofia. Pensatori del Novecento: Maurice Blondel

Autori: Gilbert Paul

Su iniziativa della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura e dei Padri della Pace venerdì 23 aprile 2010, alle ore 20.45, nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia, si è tenuta la terza e ultima delle Lezioni di filosofia (VIII edizione) “Pensatori del Novecento”: Paul Gilbert, docente di Metafisica nell’Università Gregoriana di Roma, ha parlato su Maurice Blondel.

Paul Gilbert è docente di Metafisica presso l’Università Gregoriana di Roma. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: La semplicità del principio. Introduzione alla metafisica (Piemme, Alessandria 1992), Corso di Metafisica. La pazienza d’essere (Piemme, 1997), Il dono (il melangolo, Genova 2001, scritto con S. Petrosino), Sapere e sperare. Percorso di metafisica (Vita e pensiero, Milano 2003).

Quella di Maurice Blondel (1861-1949) è una filosofia dell’azione, come recita il titolo della sua più importante e influente opera, L’azione. Saggio d’una critica della vita e d’una scienza della pratica (1893), che ebbe vasta risonanza ed esercitò una durevole influenza sulle correnti della reazione al positivismo. La dialettica della volontà costituisce, a suo modo di vedere, il fattore originario dei processi spirituali. Essa è caratterizzata da una permanente sfasatura fra la volontà e ciò che essa riesce a realizzare. A fondamento dell’azione morale c’è infatti la libertà, ma anche uno squilibrio fra volontà volente (la sempre rinascente capacità dello spirito umano di trascendere la realtà) e volontà voluta (il risultato limitato e insoddisfacente delle volizioni e delle interazioni umane). Solo in Dio questa condizione esistenziale di scissione viene a risolversi. Blondel propone un metodo dell’immanenza – a cui si ispirerà il modernismo (egli collaborò, tra l’altro, agli ‘Annali di filosofia cristiana’ fondati da Laberthonnière e organo di tale movimento) – in base al quale l’esistenza di Dio viene riconosciuta a partire dall’analisi della condizione umana.