Mario Ruggeri

Tematiche: Biografie

PALAZZOLO SULL’OGLIO, PIAZZA ROMA 17

QUI ABITAVA
MARIO RUGGERI
NATO NEL 1924
INTERNATO MILITARE
ARRESTATO L’ 8.9.1943
ASSASSINATO IL 13.1.1945
A SCHAUSSEE
Mario Ruggeri nacque a Palazzolo il 10 febbraio 1924 da Enrico e da Elisabetta Albrici. Viveva in Piazza Roma al numero 17 ed era rimasto figlio unico in seguito alla morte della sorellina in tenera età. Era di costituzione robusta e muscolosa ed era ritenuto un ragazzo pacifico e solidale; infatti, quando ne aveva l’occasione, amava aiutare il prossimo. Lavorava come operaio presso la ditta Marzoli ed era inoltre pompiere volontario, perché sperava in questo modo di non essere arruolato nell’esercito italiano. Nei primi anni di guerra le armate italiane avevano combattuto su diversi fronti, tra i quali quello russo, dove il VI Reggimento Alpini aveva subito gravissime perdite. Perciò nel maggio del ’43 si avviò la ricostituzione del reggimento: proprio nell’estate di quell’anno, Mario venne chiamato alle armi e collocato in forza nel VI Reggimento Alpini. La chiamata avvenne in un momento molto importante per l’andamento della guerra. Infatti l’8 settembre 1943 fu reso pubblico l’armistizio firmato pochi giorni prima dall’Italia con gli Alleati. I Tedeschi non vennero colti di sorpresa e furono pronti a occupare i punti nevralgici della penisola, fino a Roma, senza trovare resistenza da parte delll’Esercito italiano, lasciato allo sbando e senza ordini precisi dai comandi. I soldati italiani dovevano scegliere se continuare la guerra con i vecchi alleati o se deporre le armi. Il VI Reggimento si sciolse il 10 settembre 1943 a Fortezza (Bz). La bandiera di guerra venne sepolta in un bosco a monte della strada per il Passo Giovo e recuperata a fine guerra. Circa 600.000 uomini italiani in armi non accettarono di continuare la guerra coi nazifascisti e per questo furono disarmati e deportati in diversi campi di concentramento della Germania e costretti a lavorare come schiavi per l’industria bellica tedesca. Mario tentò più volte di scappare ma non riuscì nel suo intento: una sera, dopo un pomeriggio passato a pregare, avrebbe dovuto trovarsi con sette compagni di prigionia per fuggire, ma mancò all’appuntamento e da quel momento non si ebbero più sue notizie. I suoi compagni riuscirono invece a scappare. Le condizioni di vita a Palazzolo per i familiari di Mario erano precarie: all’angoscia per la sorte del figlio dal 1944 si aggiunse il terrore dei bombardamenti Alleati, che miravano a colpire il ponte della ferrovia. Fu un mistero anche la sua morte, probabilmente avvenuta il 13 gennaio 1945. Si pensa che sia morto per denutrizione. La vita nei campi di prigionia, era molto difficile: tutti vivevano di stenti ed era necessario adattarsi a quelle condizioni. Non bisogna escludere che Mario sia morto a causa di malattie non adeguatamente curate. Mario non si sposò; la sua perdita fu dolorosa per la famiglia e tutta la parentela.
A cura delle classi Terze della Scuola Secondaria di primo grado dell’Istituto Ancelle della Carità di Palazzolo sull’Oglio.