Non ruberai (Esodo, 20,15)

Nell’ambito della giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei, su iniziativa del’Ufficio diocesano per l’ecumenismo, dei Padri della Pace e della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura mercoledì 15 gennaio 2014 alle ore 20,45 nella sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia, si è tenuta una conferenza sul tema: Non ruberai (Esodo 20, 15).

Interviene Vittorio Robiati Bendaud, della comunità ebraica di Milano e della Fondazione Maimonide.

La giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei è giunta ormai al diciottesimo appuntamento annuale.

A questa iniziativa promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana offre il suo appoggio l’Assemblea Rabbinica Italiana, e dal 2005 ciascun anno è dedicato alla riflessione su uno dei Dieci Comandamenti mosaici (Esodo 20, 1-17).

Presentiamo qui un estratto dall’invito con cui il Vescovo Mansueto Bianchi, Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, e Rav Elia Ricetti, Presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia ci propongono di vivere questa giornata di riflessione e d’incontro.

Giunti quest’anno alla riflessione sull’Ottava Parola «Non ruberai», come ebrei e come cristiani possiamo insieme coglierne tutta l’importanza teologica e sociale, con le amplissime conseguenze per l’etica personale e pubblica che ne derivano.

La Scrittura in effetti dà larghissimo spazio agli insegnamenti che mirano a orientare tutta l’azione umana sulla via della rettitudine e dell’onestà, con un comportamento ispirato in modo armonico alla giustizia e alla carità. Possiamo perciò condividere le conclusioni che nel 2004 a Buenos Aires, con la partecipazione dell’allora Cardinale di Buenos Aires, Jorge Bergoglio la XVII riunione plenaria del Comitato di collegamento cattolico-ebraico ha pubblicato sul tema Tzedeq e Tzedaqah Giustizia e carità: «Il nostro comune impegno per la giustizia è profondamente radicato in entrambe le nostre fedi. Richiamiamo la tradizione di aiutare le vedove, gli orfani, i poveri e gli stranieri in mezzo a noi, in accordo con il comando divino (Esodo 22, 20-22; Matteo 25, 31-46). I Saggi d’Israele svilupparono un’ampia dottrina di giustizia e carità verso tutti, fondata su un’elevata comprensione del concetto di tzedeq. […] Ebrei e cristiani hanno eguale obbligo di lavorare per la giustizia con carità (tzedaqah), che condurrà infine allo Shalom per tutta l’umanità. Nella fedeltà alle nostre distinte tradizioni religiose, noi vediamo in questo comune impegno per la giustizia e la carità una cooperazione da parte dell’uomo nel piano divino per migliorare il mondo».