Padre Carlo Manziana, prete dell’Oratorio e Vescovo

Martedì 2 giugno 1998 nella Sala Bevilacqua di via Pace n.10 a Brescia alle 0re 20,45 è stato ricordato Padre Carlo Manziana, prete dell’Oratorio e Vescovo nel primo anniversario della morte, su iniziativa dei Padri della Pace e della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura. Sono intervenuti Giulio Cittadini, presosito dei Padri della Pace, Matteo Perrni, Presidente CCDC, lo storico Massimo Marcocchi, il Sindaco di Brescia Mino Martinazzoli, il Presidente dell’Opera per l’Educazione Cristiana Giuseppe Camadini. Ha concluso l’incontro mons. Bruno Foresti, Vescovo di Brescia. Antonio Fuso di Scena Sintetica ha letto alcuni testi di e su Padre Manziana.

Carlo Manziana nacque a Urago Mella, quartiere occidentale di Brescia, il 26 luglio 1902. Ancora giovane entrò nella congregazione degli Oratoriani. Fu ordinato sacerdote nel 1927. Si dedicò soprattutto alla formazione dei giovani e delle coscienze nell’Oratorio della Pace, lavorando insieme a Teresio Olivelli nel campo della formazione e della diffusione della stampa clandestina. Considerato da fascisti e nazisti uno dei principali ispiratori di quel «covo di ribelli» che era l’Oratorio della Pace, padre Manziana venne rinchiuso in carcere a Brescia il 4 gennaio 1944, insieme a don Vender, Andrea Trebeschi e Mario Bendiscioli. Trasferito al forte San Leonardo di Verona, fu poi deportato il 29 febbraio 1944 nel campo di concentramento di Dachau; è il secondo dei 28 preti italiani che vi saranno rinchiusi, preceduto solo da don Giovanni Fortin, parroco di Terranegra (Padova). Don Manziana, matricola 64762, riuscì a sopravvivere all’inferno dei lager nazisti: venne liberato il 29 aprile 1945 dalle truppe americane e rientrò in Italia il 13 luglio. Il 19 dicembre 1963 fu nominato vescovo di Crema da papa Paolo VI: qui ha guidato il cammino di rinnovamento della diocesi alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Si ritirò nel 1981 e morì, ultranovantenne, a Brescia il 2 giugno 1997. (www.fiammeverdibrescia.it – 2019)

Mino Martinazzoli. Nato a Orzinuovi nel 1931, avvocato, uomo di grande rigore morale, Martinazzoli è stato uno dei principali esponenti della corrente della sinistra interna e del cattolicesimo progressista. Da segretario ha guidato la difficile fase post-Tangentopoli e del traghettamento del partito fino alla nascita del Ppi. Ministro della Difesa, ministro della Giustizia, ministro delle Riforme Istituzionali, Martinazzoli è stato ininterrottamente in Parlamento dal 1972 al 1994, prima come senatore poi come deputato fino agli ultimi due anni di attività trascorsi nuovamente da Palazzo Madama. Quando nel 1994 tornò a Brescia per diventarne sindaco, il suo fu un tentativo di ritiro dalla vita politica e da un mondo uscito stravolto dall’uragano Tangentopoli. Nel 2000, però, fu “richiamato” dal centrosinistra e accettò di correre per la presidenza della Regione Lombardia, ma fu sconfitto da Roberto Formigoni. Restò in consiglio regionale per tutta la legislatura, mentre nel 2004 venne eletto presidente di Alleanza Popolare-Udeur. Nel corso della lunga esperienza parlamentare, Martinazzoli fu anche presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul caso Lockeed. Nel partito fu, con Giovanni Galloni, Luigi Gramelli, Leopoldo Elia e Guido Bodrato, uno degli esponenti più significativi dell’area Zaccagnini che innescò il processo di rinnovamento della Democrazia Cristiana alla fine degli anni ’70. (https://www.repubblica.it/politica/2011/09/04)

Massimo Marcocchi è Professore ordinario di Storia del Cristianesimo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È membro di Società scientifiche e di comitati editoriali di riviste specializzate. (http://editriceave.it – 2019)

Matteo Perrini (1925-2007), per decenni insegnante di filosofia nei licei di Brescia e fondatore della Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, ha curato per La Scuola l’edizione di classici più volte ristampati: “Confessioni” di Agostino (1977), “A Diogneto” (1985), “Le due fonti della morale e della religione” di Bergson (1996), “Ritratti di Thomas More” di Erasmo da Rotterdam (2000); inoltre ha pubblicato “Seneca. L’immagine della vita” (La Nuova Italia 1998) e, in collaborazione con P. Miquel, “Le preghiere dell’umanità” (Queriniana 1993). Ha collaborato a riviste («Humanitas», «Pedagogia e Vita», «Studium», «Nuova Secondaria») e quotidiani («L’Osservatore Romano», «Giornale di Brescia»). (Fonte: www.morcelliana.it – 2008)

Padre Giulio Cittadini. Oratoriano, ordinato sacerdote il 25 Giugno 1950; già partigiano inquadrato nella 76a Brigata “Garibaldi”, nel Maggio 1960 ha conseguito il Dottorato in Teologia a Venegono con una tesi su Armando Carlini; docente per vari anni negli Istituti superiori e assistente della FUCI e del MEIC ha pubblicato diversi libri: Credo risorgerò, Brescia, 1985; Elevato da terra, Brescia, 1987, Silvano, Margherita e gli altri, Brescia, 1990, Invitati a sperare, Brescia, 1996, La tenda e i paletti (Is. 54,2), Brescia 2000, Sull’umiltà. Spunti di meditazione, Brescia, 2003, Virtù quotidiane, Brescia, 2006. Gli interventi di P. Giulio Cittadini ai Congressi Generali della Confederazione Oratoriana (è stato presidente di quelli del 1982 e del 1994) e in altri Convegni sono stati raccolti nella pubblicazione: L’Oratorio di San Filippo Neri. Origini – Attualità – Prospettive, pro manuscripto, Brescia, 2000. P. Cittadini ha collaborato con le riviste “Humanitas” e “Vita Familiare. Il 25 aprile 2012 su proposta dell’Associazione “Fiamme Verdi” di Brescia, la Federazione Italiana Volontari per la Libertà (F.I.V.L) gli ha attribuito la medaglia d’argento F.I.V.L. assegnata ai partigiani e alle partigiane aderenti alla Federazione che, come padre Giulio, hanno vissuto in prima persona i tragici momenti della lotta di liberazione contro il nazifascismo, perseguendo gli ideali di Libertà, Giustizia e Pace che incarnano l’atto fondativo della Federazione. Padre Giulio Cittadini, partigiano e sacerdote, è stato un protagonista della Resistenza: appartiene alla Congregazione dei “Padri della Pace”, presso la quale ha maturato la sua vocazione attraverso la quotidiana frequentazione con figure straordinarie dell’antifascismo bresciano, quali padre Giulio Bevilacqua, padre Carlo Manziana, padre Ottorino Marcolini, vivendo con la stessa intensità della giovanile lotta di liberazione anche gli oltre sessant’anni di sacerdozio. (www.oratoriosanfilippo.org – 2019)

Giuseppe Camadini è stato figura di rilievo della vita bresciana e nazionale dell’ultimo mezzo secolo. Laureato in giurisprudenza, ha ricoperto ruoli istituzionali in aziende e istituti di credito, continuando, comunque, ad esercitare l’attività di notaio, fino al 2006.
Era nato il 10 giugno del 1931. Negli anni 50-60 era stato presidente della FUCI di Brescia e  presidente dell’Azione Cattolica Diocesana. Collaborò poi alla creazione dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero e fu consultore dell’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Nella Banca San Paolo è stato sindaco supplente, poi consigliere, componente del comitato esecutivo e presidente dal 1970 al 1976. E’ stato anche presidente della Società Cattolica di Assicurazioni. Attualmente era consigliere di Ubi Banca e presidente dell’Opera per l’Educazione Cristiana e vicepresidente de La Scuola Editrice. (giornaledibrescia.it – 2012)