Perché sei tornato? Gesù e il Grande Inquisitore (lettura e commento)

Mercoledì 23 febbraio 2011 alle ore 20,45 nella Sala Bevilacqua, via Pace 10 a Brescia si è tenuto un incontro con il  prof. Sergio Givone, professore di Estetica nel Dipartimento di Filosofia dell’Università di Firenze, che ha commentato la Leggenda del Grande Inquisitore, il celebre racconto di Dostoevskij incastonato ne “I fratelli Karamazov”.

L’attore Luciano Bertoli ha letto il testo della Leggenda del Grande Inquisitore, accompagnato dal chitarrista Alessandro Bono.

COMMENTO. La Leggenda del Grande Inquisitore, uno dei vertici della riflessione sulla libertà dell’essere umano e sulla responsabilità personale di ognuno, quale soggetto della società umana, non cessa di porre le sue domande. Dostoevskij la inserisce nel quinto capitolo della seconda parte de I fratelli Karamazov. Nel “processo” a Gesù che l’ateo Ivan Karamazov va immaginando, l’accusatore è il Grande Inquisitore, l’imputato è Gesù. Catturato e imprigionato mentre attraversava “le torride strade” di un’infuocata Siviglia, millecinquecento anni dopo la sua morte, il giorno seguente un gigantesco autodafè in cui “il cardinale Grande Inquisitore aveva consegnato tutti insieme alle fiamme un centinaio d’eretici. Le accuse del Grande Inquisitore a Gesù sono pesanti, non lasciano scampo. Il testo ci aiuta a scoprire che anche oggi, come in ogni tempo, siamo chiamati a decidere da che parte stare. La linea che separa i due interlocutori è sottile, ma non invisibile. Scegliere è possibile. Ne va dell’immagine di Dio e della nostra dignità di donne e di uomini, come singoli e nel nostro vivere civile.

Givóne, Sergio. – Filosofo italiano (n. Buronzo, Vercelli, 1944). Discepolo di L. Pareyson, ha perfezionato i suoi studi all’Università di Heidelberg, rivestendo in seguito incarichi universitari a Perugia, Torino e Firenze, dove è attualmente docente di estetica. Prendendo le mosse dalla nozione di «pensiero tragico», G. è fautore di un approccio ermeneutico all’esperienza estetica. Tra le sue opere: La storia della filosofia secondo Kant (1972), William Blake. Arte e religione (1978), Ermeneutica e romanticismo (1982); Disincanto del mondo e pensiero tragico (1988), Storia del nulla (1995), Eros/ethos (2000), Prima lezione di estetica (2003), Il bibliotecario di Leibniz (2005), Metafisica della peste (2012). Givone è anche autore di alcuni romanzi, tra cui occorre segnalare Favola delle cose ultime (1998), Nel nome di un dio barbaro (2002) e Non c’è più tempo (2008). (www.treccani.it – 2015)