Presentazione del libro “Preghiera per Chernobyl”

Il 9 ottobre 2002 nella Sala Bevilavqua di via Pace n.10 a Brescia, ore 20,45, la scrittrice Svetlana Aleksievic ha presentato il libro “Preghiera per Chernobyl” (edizioni e/o). L’incontro è stato accompagnaro dalla lettura di brani del libro da parte dell’attrice Edi Gambara e da canzoni russe cantate da Elena Frolova.

Aleksievič, Svetlana. – Scrittrice e giornalista bielorussa (n. Ivano-Frankivsk 1948). Cronista, ha raccontato ai suoi connazionali gli eventi principali dell’Unione Sovietica e della Russia della seconda metà del XX secolo, basandosi sulla raccolta di centinaia di testimonianze che ha trasposto nei suoi romanzi corali, in cui emergono i drammi, i sentimenti e le voci degli uomini e delle donne che hanno vissuto in quei Paesi e in quel periodo. I suoi libri reportage sono stati tradotti in varie lingue e le sono valsi fama internazionale e numerosi riconoscimenti, tra cui nel 2013 il Premio Internazionale per la Pace degli editori tedeschi. Tra gli scritti più importanti tradotti in Italia, si ricordano: Preghiera per Černobyl′ (2002), sulle vittime della tragedia nucleare del 1986; Ragazzi di zinco (2003), sulla guerra in Afghanistan, vista dagli occhi dei reduci e delle madri dei caduti; Incantati dalla morte (2005), sui suicidi seguiti al crollo dell’Unione Sovietica; Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo (2014), sul disfacimento dell’impero sovietico vissuto dalle “piccole persone”; La guerra non ha un volto di donna (2015), raccolta di memorie di donne che hanno combattuto nell’Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale; Gli ultimi testimoni (2016), basato sulle memorie di guerra dei bambini. I suoi libri erano stati banditi in patria ed è stata costretta a lasciare per dodici anni il suo Paese perché invisa al presidente A. Lukašenko, che la considerava un’agente della CIA; in questo periodo ha vissuto principalmente a Parigi, ma di recente è tornata a vivere a Minsk. Nel 2015 è stata insignita del premio Nobel per la letteratura “per i suoi scritti polifonici, un monumento alla sofferenza ed al coraggio nel nostro tempo”. (www.treccani.it – 2019)