Quel Bobbio “d’annata” che parla al nostro oggi

Bresciaoggi, 18 febbraio 2010.

Salvatore Veca: «Oggi la destra ha il popolo e la sinistra è un’élite: urge un nuovo contratto sociale»

Una lettura più che mai doverosa alla luce dell’attuale situazione delle democrazie. Che da un lato registrano un innalzamento dei costi della politica e dall’altro la ricostituzione di ceti e ordini castali; tutto ciò in conflitto con il concetto di uguaglianza che è alla base del sistema democratico.
Il saggio «Quale democrazia?», testo di una conferenza tenuta a Brescia nel 1959 da Norberto Bobbio e pubblicato da Morcelliana, è stato presentato alla libreria dell’Università Cattolica dal filosofo Salvatore Veca – che di Bobbio fu amico – intervistato da Francesca Bazoli e Mario Bussi, curatore del volume.
Allora il filosofo torinese, invitato da Stefano Bazoli nell’ambito degli «Incontri di cultura», si interrogava sul senso della democrazia e sulla sua radicale debolez za «nella difficoltà a conciliare la libertà con l’efficienza del potere», come ha ricordato Francesca Bazoli. Oggi Veca di quel testo sottolinea l’attualità e ne fa occasione per una riflessione ad ampio raggio sulla sostanza della democrazia, riflessione che necessariamente investe la politica. Non senza aver ricordato ciò che Bobbio gli ha insegnato: «Prendere sempre sul serio gli altri come interlocutori e non trattarli mai da spettatori» e poi «l’arte difficile del convivere con le diversità».
Nel suo scritto Bobbio, ha spiegato Bussi, oltre a dire cosa la democrazia non è e cosa dovrebbe essere, «si interroga con disincanto sulle sue promesse non mantenute».
Veca ha identificato in benessere e malessere sociale gli indicatori della democrazia: «C’è una stretta relazione tra qualità della vita e forbici di ineguaglianza – ha detto -. Bobbio a Brescia dice che tendere all’eguaglianza dà senso alla storia, ma anche alla fede. I! o mi chiedo allora: potranno le nostre democrazie convivere con un tasso di disuguaglianza che tende ad aumentare? Società in cui c’è invisibilità sociale, con ghetti o caste, non mi pare si addicano ai criteri indicati da Bobbio per le società democratiche». Stimolato a fare un paragone con il pensiero di John Rawls, Veca ha spiegato come per il filosofo americano «una vera democrazia garantisce la tutela della libertà delle persone ma accetta anche l’ineguaglianza nella distribuzione dei beni».
Sull’attuale situazione politica italiana, Veca ha fatto riflessioni segnate da un disincanto a tratti amaro: «I dirigenti della sinistra oggi sono un ceto bloccato, che non si è accorto di non avere più popolo – ha detto -. Così oggi c’è una destra che ha un popolo e un’elite di sinistra. Per quest’ultima, l’unica via d’uscita che vedo sta in un contratto sociale di solidarietà e di cittadinanza che porti alla costruz ione di un ‘noi’ nel quale le persone possano riconoscersi».