Suor Antonietta, dalla Bolivia per parlare della casa comune

Voce del Popolo, 10 marzo 2016

La CCDC, a partire dall’enciclica Laudato si’,propone una riflessione il 17 marzo alle ore 20.45 presso la sala Bevilacqua dei Padri della Pace a Brescia in via Pace10.  Suor Antonietta Potente, professoressa di teologia morale nell’Università di Cochabamba (Bolivia), affronterà il tema della cura della casa comune come “dono e responsabilità”.

Questa suora domenicana, nata a Pietra Ligure,che dopo gli studi in teologia morale presso la Pontificia Università Angelicum, ha scelto di stabilirsi in Bolivia e là vivere presso una famiglia di indios andini aymara, è particolarmente adatta a offrire nuovi spunti di riflessione sui temi che Papa Francesco ha posto al centro della sua Enciclica. Coniuga la vita consacrata di una religiosa, l’attività accademica, con un impegno concreto per la salvaguardia dell’ambiente, il dialogo interreligioso e interculturale e per i diritti delle donne e delle minoranze.

Il suo libro Un bene fragile. Riflessioni sull’etica (Mondadori 2011) ci aiuta a comprendere come le grandi questioni globali – politiche, economiche, ecologiche – e i “piccoli fatti” della vita quotidiana siano profondamente connessi. Partendo dall’osservazione della sua casa, degli spazi che la compongono, Antonietta Potente sviluppa il suo pensiero per richiamare la nostra attenzione sulla complessità della vita:«il filo che ci tiene a nostra insaputa tutti uniti, impone oggi il risveglio di una coscienza planetaria e di un senso di responsabilità che non si traduca semplicemente in azioni caritative e filantropiche».

Anche per Antonietta Potente la ricetta per la soluzione dei problemi del mondo non c’è, resta assorbita in nel tremendum mysterium della realtà concreta, della vita con i suoi drammi e le sue fatiche. È liberante la rilettura dell’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, dove Gesù non risponde al “nostro non saper cosa fare”, ma le sue parole cambiano l’atteggiamento dei due viandanti, che riconoscono timidamente “… non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre…”.