Dio dove sei? L’uomo contemporaneo tra indifferenza e invocazione

Martedì 16 Novembre 2010 alle ore 20,45 nella affollatissima Sala Bevilacqua di Via Pace 10, Brescia, Monsignor Luciano Monari, Vescovo di Brescia, e Rav Giuseppe Laras hanno dialogato sul tema “Dio dove sei? L’uomo contemporaneo tra indifferenza e invocazione”.

Ha introdotto e condotto l’incontro il teologo Rosino Gibellini.

Giuseppe Laras, è uno studioso di filosofia ebraica medievale, conferenziere e scrittore conosciuto a livello internazionale.
Rabbino Capo, prima, ad Ancona, quindi a Livorno e a Milano, dove ha retto la cattedra per 25 anni.
Professore universitario, ha insegnato Storia del pensiero Ebraico presso l’Università Statale di Milano.
I contributi da lui apportati nell’ambito dell’ebraismo italiano ed europeo e, in particolare, del dialogo interreligioso durante questi anni, nonché la sua costante presenza nel dibattito politico e culturale in ambito locale e nazionale, ne fanno una delle figure leader del mondo ebraico contemporaneo.
Il prof. Laras è conosciuto per i suoi studi sulla filosofia medievale e, in particolare, sul pensiero di Maimonide.

Di che vogliamo parlare nel tempo del dissipante gossip e del “si dice” della nostra quotidianità? Il prossimo incontro della CCDC propone di parlare di Dio. Un tema alto. Un discorso, che ha una lunga storia culturale da Platone ad Heidegger e Lévinas, ma che viene proposto non in modo dottrinale ma in forma esistenziale, da due oratori di rilievo, con una domanda, che si avvicina all’invocazione, nella consapevolezza dei mali che devastano il mondo. E, del resto, lo scrittore ebraico Martin Buber ha parlato di Dio come «la parola dell’invocazione».
La domanda «Dio, dove sei?» riprende nella sua formulazione invocativa, la domanda formulata da Benedetto XVI, il Papa venuto dalla Germania, nel discorso di Auschwitz, in occasione della sua visita ufficiale all’ex campo di concentramento e di sterminio, il 28 maggio 2006: «Dove era Dio in quei giorni? Perché egli ha taciuto?». In termini di filosofia e teologia è la domanda della teodicea, che si interroga sul perché del male nella creazione buona di Dio. Il discorso di Auschwitz ha avuto un’eco mondiale. Fra i tanto commenti pubblicati su quel discorso il teologo tedesco di Münster (noto anche in Italia per le sue pubblicazioni), Johann Baptist Metz, ha scritto: «L’interrogativo teologico dopo Auschwitz non suona soltanto: dov’era Dio ad Auschwitz? Esso suona anche: dov’era l’uomo ad Auschwitz?». La domanda della teodicea incrocia la domanda antropologica, che investe anche l’uomo contemporaneo.
L’incontro si svolge su questo nodo di problemi, che sfidano l’apatia e l’amnesia culturale del nostro tempo.
(Rosino Gibellini)