LIBRO – Ritratti di Thomas More

Il volume “Erasmo da Rotterdam. RITRATTI DI THOMAS MORE” con saggio introduttivo, traduzione e commento di Matteo Perrini è stato pubblicato da La Scuola Editrice di Brescia nell’anno 2000.

Il volume è fuori commercio e si trova nel file allegato nella versione integrale.

Si riporta di seguito la premessa di Matteo Perrini.

Premessa

È difficile, se non addirittura impossibile, scindere il nome di Erasmo da quello di Thomas More, anche se non pochi biografi lasciano spesso nell’ombra l’immagine di uno dei due amici per rendere plausibili le loro tesi interpretative. In effetti, a chi fa di More un modello di ortodossia alquanto rigida, la vicinanza dell’umanista che maneggiava l’ironia e la polemica graffiante come nessun altro può sembrare compromettente; d’altra parte, a chi vuol vedere in Erasmo uno scettico, il ricordo del suo migliore amico, martire della fede cattolica, deve apparire ingombrante. Erasmo e Thomas More erano diversi e nello stesso tempo inseparabili, al punto che per conoscere da vicino l’uno bisogna sempre interpellare l’altro. Abbeverati alle medesime fonti e vissuti nella stessa epoca, furono legati da una di quelle simpatie totali la cui delicatezza si rivela in mille tratti affascinanti, tanto che essi resteranno nella storia come la coppia più affiatata e insieme di più alto profilo dell’età moderna.
Le tre parti in cui si articola questo scritto sono state pensate in modo da rendere l’approccio ai due umanisti cristiani il più diretto e il meno incompleto possibile. Ho prima ricostruito la Breve storia di un’amicizia attraverso gl’incontri tra Erasmo e More, i loro doni reciproci, gl’interventi dell’uno in difesa dell’altro, le comuni battaglie speranze e delusioni. La fonte non unica, certo, ma primaria è stata per me la monumentale corrispondenza di Erasmo e l’epistolario di More, racchiuso invece in un solo volume. Segue poi il testo, tradotto integralmente per la prima volta e annotato, delle quattro lettere su More che Erasmo invia ad altrettanti amici: l’Epistola 999, in cui, su richiesta di un ex discepolo, Ulrich von Hutten, si traccia un penetrante profilo fisico e psicologico di More quarantunenne, nel pieno della maturità; l’Epistola 1117, a Germain de Brie, l’umanista francese che per boria nazionalistica aveva attaccato More con acrimonia; l’Epistola 1233, a Guillaume Budé, il maggiore tra gli uomini di cultura in Francia, per descrivere ed esaltare l’ardita “utopia domestica”, con la quale More apriva la via a un mutamento epocale: l’accesso delle donne alla cultura superiore – umanistica, scientifica e religiosa – e all’arte; infine l’Epistola 2750, indirizzata al vescovo di Vienna, Johann Faber, verso la fine del 1532, per difendere dalle calunnie More, che da sei mesi non era più Cancelliere e sperimentava con l’isolamento le ristrettezze della povertà. Si è provveduto, infine, a ricostruire il profilo biografico di More e di Erasmo in rapporto agli uomini e agli avvenimenti decisivi del loro tempo: una fatica questa necessaria per evitare sovrapposizioni indebite e giudizi in blocco che, mancando di sfumature, mancano sempre di verità. Di qui l’attenzione all’ordine cronologico, quale mezzo per evidenziare i nessi evolutivi di un fenomeno, o di un orientamento dello spirito, e per avvicinare il lettore all’universo di More e di Erasmo.

Per capire quei due occorre rendersi conto delle situazioni in cui si inserì la loro azione e a quali “sfide” essi dovettero far fronte. La qualità delle loro “risposte” e la direzione in cui esse si muovevano, le alte finalità a cui erano orientate ci danno la misura della loro grandezza. La speranza è che anche questo piccolo libro possa, in qualche misura, contribuire a ridare a Erasmo e a More ciò che a loro spetta, e a noi la coscienza della rilevanza attuale del loro messaggio.