Giovedì 18 settembre 2025 alle ore 18,00 nella Libreria dell’Università Cattolica (via Trieste 17/D – Brescia) è stato presentato il libro “Diario. Educazione, povertà, libertà” di Giovanni Modugno, edito recentemente da Scholé. Sono intervenuti Daria Gabusi, professoressa associata di Storia dell’educazione all’Università di Verona, Luciano Pazzaglia, già docente ordinario di Storia dell’educazione presso l’Università Cattolica e Filippo Perrini, curatore del libro. L’iniziativa è stata promossa dall’editrice Morcelliana, Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura e Archivio per la Storia dell’educazione in Italia.
Giovanni Modugno, nato a Bitonto, cittadina a pochi chilometri da Bari, il 21 febbraio 1880, da famiglia agiata e religiosa, si interessa fin da ragazzo alle condizioni miserevoli di contadini e braccianti. A quindici anni (1895) lascia la scuola (la IV ginnasiale) perché scontento dei contenuti culturali e dei metodi educativi. Studia da autodidatta e consegue privatamente la maturità classica; costituisce con altri coetanei un gruppo politico-culturale, la Pleiade, con prevalenti interessi filosofici. Segue con interesse attivo il movimento socialista da poco sorto a Bitonto: si impegna per contadini e operai, scrive articoli; prende le distanze dalla Chiesa istituzione, perché troppo legata ai padroni e ai proprietari terrieri. Sceglie di essere socialista (pur non prendendo mai la tessera del partito), quando il socialismo era un ideale di sacrificio e di servizio per la giustizia sociale. Si iscrive all’Università di Napoli, dove si laurea dapprima in scienze naturali (1905), quindi in filosofia (1911). Tornato a Bitonto, dopo una breve ma intensa stagione di impegno diretto nella politica in cui emerge come uno dei più stretti collaboratori di Gaetano Salvemini in Puglia, decide di dedicarsi totalmente alla scuola, in provincia di Bari, poi nel capoluogo, dove si trasferisce con la famiglia (si è intanto sposato e ha una figlia): qui insegnerà con passione filosofia e pedagogia presso l’Istituto magistrale fino alla pensione (1947). Autore di libri e di innumerevoli saggi, dal 1932 collabora con la rivista Scuola Italiana Moderna, stringendo un rapporto di fraterna amicizia con Vittorino Chizzolini. É scomparso nel 1957; per lui è in corso dal 1993 il processo di beatificazione.
Il diario di Giovanni Modugno, di recente rinvenuto, copre un arco di tempo di oltre vent’anni, dal 1914 al 1935, con una piccola aggiunta sugli anni del 1944. La sua pubblicazione, corredata da dettagliate note al testo, svela la dimensione umana di Modugno, le sue emozioni e le sue paure, ma allo stesso tempo rende conto di questioni pragmatiche, come la risoluzione di problemi, scolastici e politici. e la ricerca di nuovi orizzonti. Le brevi e appassionate annotazioni, relative ai decisivi anni della sua vita – tra i trentaquattro e i cinquantacinque anni – evidenziano le sue tre grandi passioni: la scuola, la politica e la ricerca di «qualcosa di eterno, che riempia la vita e prepari alla morte». Il quaderno registra tra il 1924 e il 1930 le tappe progressive dell’avvicinamento di Modugno al cristianesimo, che viene da lui concepito come la soluzione delle antinomie della vita, il fondamento della legge morale e la proposta educativa più necessaria all’anima contemporanea. L’inquietudine del pedagogista nasce dalla consapevolezza che la persona non è auto-sufficiente e che solo andando verso Dio l’uomo trova se stesso. È lo stesso percorso mirabilmente descritto da Agostino nella parte iniziale delle Confessioni: «Ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te». La spinta decisiva viene a Modugno dalla riflessione sulla realtà educativa, la necessità di rispondere alle grandi domande che la figlia Pinuccia pone ai suoi genitori, il mistero della morte, la consuetudine con la riflessione pedagogica e filosofica di Friedrich Wilhelm Förster, che aveva fatto il salto dalla “fede morale” alla “fede religiosa” nel Cristo.