Proiezione e presentazione del minifilm di Wim Wenders "Il Volo"

La proiezione del minifilm “Il Volo” di Wim Wenders su una storia esemplare di integrazione si è tenuta martedì 26 ottobre 2010 alle ore 21 nella Sala Polifunzionale Università Cattolica, via Trieste 17, Brescia.

E’ intervenuto Claudio Gabriele, produttore esecutivo. Ingresso libero.

Saluto di Wim Wenders al pubblico bresciano

Mi rincresce di non poter essere con voi per questa proiezione al di fuori dei normali canali di distribuzione. “Il Volo” sarà anche un breve film, ma tratta di un argomento enorme. L’immigrazione è un tema della massima importanza culturale sociale e politica già oggi, ma ancora di più lo sarà in futuro.
Il granello di utopia, il coraggio e l’ospitalità dimostrata dalla cittadina di Riace mi hanno colpito profondamente e rappresentano una luce di speranza in un tempo contrassegnato in tutta Europa dal buio della xenofobia e del nazionalismo. Sono lieto di aver incontrato quei bambini e Mimmo il sindaco di Riace. Con i miei migliori auguri per questa proiezione e le reazioni che provocherà.

Wim Wenders: «Ecco la Calabria dove l’integrazione è realtà»
«Le persone sono sempre più importanti delle storie». E proprio in Calabria, a Riace c’era e c’è ancora una storia esemplare di accoglienza di grande collaborazione multietnica, nascosta e trovata da Wim Wenders.
Con Il Volo, docufilm realizzato in 3D coprodotto da Technos Produzione e Regione Calabria, il regista di capolavori come Il cielo sopra Berlino riesce a riconsegnare quanta generosità e solidarietà può scatenare il dramma dell’immigrazione clandestina. « L’idea di partenza era fare un corto ispirato a eventi realmente accaduti, le vicende dei clandestini che arrivano sulle barche in Europa mi hanno sempre commosso e toccato. Mentre giravo ho capito che ero interessato più ai fatti reali che alla finzione. A farmi cambiare idea è stato Ramadullah, il bambino afghano con cui avevo realizzato i primi otto minuti. Mi ha detto che se non fossi andato a vedere il paese in cui vive, Riace, non mi sarei comportato da persona seria. E’ stato come ricevere una pugnalata. Nel bel mezzo delle riprese mi sono fermato, ho scritto un soggetto e ho cambiato direzione…».
E così da un corto iniziale di 7 minuti Wenders ha dato vita ad un docu-film di 32 minuti che racconta quello che nessuno ha mai raccontato, ovvero come 2000 immigrati in più di dieci anni hanno iniziato a vivere a Riace, grazie al coraggio del sindaco (che nel film è interpretato da Ben Gazzara) e alla sua capacità di vedere oltre, lontano da pregiudizi.
Da semplici comparse i rifugiati, perfettamente integrati nei paesi della Locride e nelle scuole rimaste aperte grazie alla presenza dei loro figli, sono diventati i protagonisti di questo film che, attraverso la voce narrante di Wenders, ha la forza di mostrare, senza pietismi o retorica, come la realtà superi l’immaginazione. «In quei paesini – racconta Agazio Loiero, presidente della Regione Calabria – il diritto d’asilo, sancito dall’articolo 10 della nostra Costituzione è diventato realtà a tal punto che Riace e Caulonia hanno trovato nei rifugiati africani, afgani, curdi o palestinesi la chiave di volta per dare ai piccoli comuni, affetti da un drammatico spopolamento, una vita nuova.
Ecco così le scuole riaperte e le attività artigianali oramai dismesse dai cittadini che hanno ripreso la loro attività. Ed è questo il segreto di questi borghi calabresi, colto da Wenders: aver fatto dell’accoglienza una risorsa». «Ne Il Volo – spiega Laurens Jolles, rappresentante UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) per il Sud Europa – Wenders ha illustrato una realtà nella quale i rifugiati non sono percepiti come un problema o un onere bensì come un’opportunità e una risorsa per il territorio.
Per questo il film ha il patrocinio del UNHCR, perché è uno strumento di sensibilizzazione che mette in evidenza un modello di convivenza civile basato sullo scambio e l’interesse reciproco, sia dei rifugiati che delle comunità locali». Una speranza nuova finalmente raccontata dove «si manifesta – spiega Wenders – la vera utopia, che non è più la caduta del Muro, ma quanto sta accadendo in Calabria, Riace in testa. Lì ho visto davvero un mondo migliore».
Pur conscio di quanto accade in luoghi come Rosarno, Wenders ha deciso di soffermarsi solo sui lati positivi della questione: «Le storie brutte non mi interessano e poi sono un ottimista. Ci sono talmente tante brutte notizie nel mondo e nei film. Ecco perché ho messo gli angeli nel mio film Il cielo sopra Berlino. Sentivo che nel cinema ci sono troppe creature malvagie. Non ci sono mai abbastanza forze positive. Ho fatto “Il volo”, appunto perché la storia parla di forze positive al lavoro».